Pavia, 8 feb – Ieri a San Martino Siccomario in provincia di Pavia ha avuto luogo un attacco orribile e assurdo: un marocchino di trent’anni ha tentato di uccidere la propria donna investendola con l’auto. La ragione? L’immigrato (regolarmente residente in Italia) non accettava che la compagna portasse a termine la gravidanza. Così ha provato a togliere la vita a lei e al bambino che porta in grembo.
La dinamica sarebbe la seguente: la ventitreenne, connazionale del criminale, dopo aver subito per l’ennesima volta le minacce del compagno ha concluso la discussione e ha abbandonato l’appartamento in cui conviveva col futuro padre dei suoi figli.
Il giorno seguente vi ha fatto ritorno per recuperare vestiti, effetti personali e il necessario per ricominciare la propria vita altrove. Dopo queste operazioni si è diretta alla fermata dell’autobus, sicura di non essere importunata dal violento.
Ivi, invece, sarebbe stata raggiunta dal bruto che avendola vista ferma sul ciglio della strada, messa in moto l’automobile ha tentato con essa di investire la ragazza e, in questo modo, di “liberarsi” sia di lei che del frutto del suo grembo.
Prontamente soccorsa, la giovane ha ricevuto una prognosi di 30 giorni. La gravidanza è gemellare: fortunatamente i bambini sono entrambi sani.
L’uomo responsabile di tale atrocità, invece, è stato raggiunto dagli uomini della squadra mobile di Pavia: attualmente è agli arresti, trattenuto nel carcere di Torre del Gallo.
Questo episodio è solo l’ultimo di una serie in cui le donne rimangono vittime di una visione oscurantista e violenta dei rapporti umani: era solo il 2 febbraio quando a perdere la vita è stata Marina Sartori, venticinquenne di Bergamo, a causa di un fendente al cuore. Il colpevole? L’ex marito Arjoun Ezzedine, tunisino di trentacinque anni.
Ilaria Paoletti
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