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Washington, 16 lug – Montagne ghiacciate su Plutone e una nuova, nitidissima immagine della sua “Luna” più grande, Caronte, tra le molte straordinarie scoperte annunciate ieri dal team Nasa della missione New Horizons, il giorno dopo il passaggio della sonda ad appena 12.500 km dalla superficie del “pianeta nano”.
“Questa è una vera missione di esplorazione che ci mostra come sia importante la ricerca di base”, ha affermato John Grunsfeld, della direzione Missioni scientifiche della Nasa a Washington. “Negli oltre nove anni di questa missione, ci siamo fatti un’idea precisa di cosa aspettarci al momento dell’incontro ravvicinato con Plutone e Caronte. Oggi, abbiamo ottenuto il primo campione del tesoro scientifico raccolto durante quei momenti critici (pochi minuti), e vi posso dire che le scoperte superano di gran lunga le nostre stesse speranze”.
“New Horizons ci sta restituendo già risultati straordinari. I dati sembrano ricchissimi, e Plutone e Caronte mostrano caratteristiche impressionanti”, ha sostenuto Alan Stern, principale ricercatore per la missione al Southwest research insitute (SwRI).
Una nuova immagine ravvicinata di una regione equatoriale prossima alla base delle bande brillanti a forma di cuore di Plutone mostra una catena montuosa che raggiunge i 3.500 metri di altezza sulla superficie ghiacciata del corpo celeste.
Le montagne di Plutone si sono probabilmente formate non più di 100 milioni di anni fa, giovanissime quindi rispetto all’età del sistema solare stimata in 4,56 miliardi di anni. Questo suggerisce che la regione montuosa, che copre circa l’uno per cento della superficie del pianeta, potrebbe essere ancora oggi geologicamente attiva: “Questa è una delle superfici più giovani che abbiamo mai visto nel sistema solare”, sostiene Jeff Moore della Nasa.
A differenza delle lune ghiacciate che orbitano intorno a pianeti giganti (come Giove, per esempio), Plutone non può essere riscaldato attraverso le interazioni gravitazionali con un altro pianeta molto più grande, per cui qualche altro processo, completamente differente, deve essere (stato) all’opera per generare questo paesaggio montuoso: “Questa evidenza potrebbe costringerci a ripensare ai processi che alimentano l’attività geologica su molti altri mondi ghiacciati”, ha argomentato John Spencer del SwRI.
La prima impressione è che questa scoperta sorprendente potrebbe portare molto lontano nel campo dell’astrofisica: quale forza (e quindi fonte di energia) ha prodotto lo sviluppo delle giovani montagne di Plutone?
Per quanto riguarda Caronte, la principale luna di Plutone, le nuove immagini rivelano un terreno giovane e variegato. Gli scienziati sono sorpresi per l’apparente assenza di crateri. Una fascia di rupi e gole che procede per circa mille km suggerisce inoltre un’ampia fratturazione della crosta di Caronte, verosimilmente come risultato di processi geologici interni. Le immagini mostrano anche un canyon la cui profondità è stimata tra 7 e 9 km. Nella regione polare settentrionale di Caronte, hanno colpito gli scienziati le macchie scure che suggeriscono depositi sottili di materiali ancora ignoti.
New Horizons ha poi osservato anche i membri più piccoli del sistema planetario di Plutone, che include altre quattro lune: Nix, Hydra, Styx e Cerbero. Per esempio, Hydra appare di forma irregolare, mentre la sua dimensione è stata stimata tra 33 e 43 km. La sua superficie appare invece rivestita di acqua ghiacciata, mentre molto metano ghiacciato, in formazioni estremamente irregolari, è stato rivelato sulla superficie di Plutone.
Per ulteriori informazioni sulla missione New Horizons, incluse immagini e video, si consiglia la pagina principale della Nasa e quella dedicata a Plutone.
Francesco Meneguzzo
Washington, 16 lug – Montagne ghiacciate su Plutone e una nuova, nitidissima immagine della sua “Luna” più grande, Caronte, tra le molte straordinarie scoperte annunciate ieri dal team Nasa della missione New Horizons, il giorno dopo il passaggio della sonda ad appena 12.500 km dalla superficie del “pianeta nano”.
“Questa è una vera missione di esplorazione che ci mostra come sia importante la ricerca di base”, ha affermato John Grunsfeld, della direzione Missioni scientifiche della Nasa a Washington. “Negli oltre nove anni di questa missione, ci siamo fatti un’idea precisa di cosa aspettarci al momento dell’incontro ravvicinato con Plutone e Caronte. Oggi, abbiamo ottenuto il primo campione del tesoro scientifico raccolto durante quei momenti critici (pochi minuti), e vi posso dire che le scoperte superano di gran lunga le nostre stesse speranze”.
“New Horizons ci sta restituendo già risultati straordinari. I dati sembrano ricchissimi, e Plutone e Caronte mostrano caratteristiche impressionanti”, ha sostenuto Alan Stern, principale ricercatore per la missione al Southwest research insitute (SwRI).
Una nuova immagine ravvicinata di una regione equatoriale prossima alla base delle bande brillanti a forma di cuore di Plutone mostra una catena montuosa che raggiunge i 3.500 metri di altezza sulla superficie ghiacciata del corpo celeste.
Le montagne di Plutone si sono probabilmente formate non più di 100 milioni di anni fa, giovanissime quindi rispetto all’età del sistema solare stimata in 4,56 miliardi di anni. Questo suggerisce che la regione montuosa, che copre circa l’uno per cento della superficie del pianeta, potrebbe essere ancora oggi geologicamente attiva: “Questa è una delle superfici più giovani che abbiamo mai visto nel sistema solare”, sostiene Jeff Moore della Nasa.
A differenza delle lune ghiacciate che orbitano intorno a pianeti giganti (come Giove, per esempio), Plutone non può essere riscaldato attraverso le interazioni gravitazionali con un altro pianeta molto più grande, per cui qualche altro processo, completamente differente, deve essere (stato) all’opera per generare questo paesaggio montuoso: “Questa evidenza potrebbe costringerci a ripensare ai processi che alimentano l’attività geologica su molti altri mondi ghiacciati”, ha argomentato John Spencer del SwRI.
La prima impressione è che questa scoperta sorprendente potrebbe portare molto lontano nel campo dell’astrofisica: quale forza (e quindi fonte di energia) ha prodotto lo sviluppo delle giovani montagne di Plutone?
Per quanto riguarda Caronte, la principale luna di Plutone, le nuove immagini rivelano un terreno giovane e variegato. Gli scienziati sono sorpresi per l’apparente assenza di crateri. Una fascia di rupi e gole che procede per circa mille km suggerisce inoltre un’ampia fratturazione della crosta di Caronte, verosimilmente come risultato di processi geologici interni. Le immagini mostrano anche un canyon la cui profondità è stimata tra 7 e 9 km. Nella regione polare settentrionale di Caronte, hanno colpito gli scienziati le macchie scure che suggeriscono depositi sottili di materiali ancora ignoti.
New Horizons ha poi osservato anche i membri più piccoli del sistema planetario di Plutone, che include altre quattro lune: Nix, Hydra, Styx e Cerbero. Per esempio, Hydra appare di forma irregolare, mentre la sua dimensione è stata stimata tra 33 e 43 km. La sua superficie appare invece rivestita di acqua ghiacciata, mentre molto metano ghiacciato, in formazioni estremamente irregolari, è stato rivelato sulla superficie di Plutone.
Per ulteriori informazioni sulla missione New Horizons, incluse immagini e video, si consiglia la pagina principale della Nasa e quella dedicata a Plutone.
Francesco Meneguzzo