Roma, 18 apr – Dopo la Ferragni, ora tocca a Fabio Fazio. Non è uno sketch di Crozza, né una parodia scritta da Pio e Amedeo: è la realtà, che come al solito supera la satira. L’ex conduttore Rai, rifugiato a Nove tra coccole e sorrisi istituzionali, si è trovato improvvisamente a dover digerire una multa da 100.000 euro alla sua azienda di cioccolato, colpevole – secondo l’Antitrust – di aver venduto prodotti industriali spacciandoli per artigianali.
Anche Fazio inciampa sui dolci
Sì, proprio lui, il paladino della trasparenza, il volto rassicurante della borghesia benpensante col cachemire sulle spalle, è inciampato sulla tavoletta di cioccolato. Un piccolo “errore di comunicazione“, come lo chiamerebbe lui con la voce bassa e pacata, magari mentre offre una pralina alla Littizzetto. D’altronde, c’era da aspettarselo. Dopo la celebre vicenda delle uova di Pasqua e dei pandori “solidali” griffate Ferragni, finita con una multa da 1 milione e l’immagine pubblica a pezzi, era solo questione di tempo prima che anche l’altro simbolo del mondo patinato-progressista scivolasse su una scorza di cioccolato. I guru del “pensiero corretto” sembrano avere un talento innato nel confondere la beneficenza con il marketing e l’artigianalità con l’industria.
Avanti Codacons alla riscossa
Il Codacons, ormai specializzato in queste operazioni chirurgiche di smascheramento VIP, ha chiesto un risarcimento per i consumatori, colpevoli solo di aver creduto al volto buono della tv italiana. Ma chi può davvero biasimarli? Chi non comprerebbe un cioccolatino “fatto a mano” dal conduttore che per anni ha ospitato scienziati, filosofi e Greta Thunberg, con lo sguardo empatico e la mano sulla coscienza?
Vincenzo Monti