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La Raggi ne azzecca una (per sbaglio) e cancella la storica scritta comunista alla Garbatella

by Davide Di Stefano
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Roma, 13 mar – La Garbatella è uno storico quartiere popolare di Roma, esempio forse insuperato edilizia popolare a misura d’uomo. Per chi come me ci è nato e cresciuto, tra cortili, verde e murales della Roma, il ricordo di alcune scritte storiche che lo caratterizzavano è ancora vivo. La più famosa era senza dubbio quella di via Basilio Brollo in cui si invitava a votare il Fronte Democratico Popolare (alleanza tra il partito comunista e il partito socialista) alle elezioni del 1948: “Vota Garibaldi lista numero 1”. Oggi quella scritta è stata cancellata per sbaglio dal decoro urbano del Campidoglio. E meno male. Perché quella scritta e altri fatti del dopoguerra sono stati utilizzati dagli antifascisti locali per tentare di riscrivere la storia del quartiere. Una narrazione artefatta che ne farebbe una sorta di bastione della resistenza prima e un mito del comunismo del dopoguerra poi, quando rimane in primis uno splendido esempio di edilizia popolare del fascismo.

I compagni del quartiere sul piede di guerra

Virginia Raggi, che si proclama antifascista ogni cinque minuti e si fa fotografare con l’Anpi anche mentre fa la spesa al mercato, ovviamente si è sbagliata o non era a conoscenza della misura del decoro urbano capitolino. Ma questo per i compagni della Garbatella guidati dal prode Amedeo Ciaccheri (militante del centro sociale La Strada e attuale presidente di municipio grazie ai voti del Pd) non conta, e la scusa è buona per attaccare il sindaco. Il fastidio procurato dalla retorica sull'”offesa alla democrazia” e alla “memoria del quartiere”, tipica del lessico dell’estrema sinistra romana, già da solo è sufficiente per ringraziare ancora una volta il decoro urbano del Campidoglio: “Questa mattina il nostro territorio sconta un insulto gravissimo alla sua memoria storica e all’identità democratica cittadina”, sono le parole di Ciaccheri vergate sulla sua pagina ufficiale Facebook.

“Senza nessun buon senso o logica”, prosegue l’esponente dei centri sociali amico di Zingaretti, “una squadra del decoro urbano di Roma Capitale ha cancellato la scritta “Vota Garibaldi” in via Basilio Brollo. Una scritta murale risalente alla campagna elettorale per le elezioni del primo parlamento repubblicano. Una testimonianza riconosciuta e salvaguardata negli anni dal Municipio Roma VIII e che è un documento storico unico in città”. Del resto il municipio VIII di Roma, governato da circa un ventennio da esponenti del centro sociale La Strada si è sempre distinto per iniziative di grande rilievo, come il boicottaggio della Coca Cola. 

Il vice di Zingaretti è “furibondo”

Sulla questione è intervenuto anche l’ex presidente del Municipio e attuale vicepresidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio, fondatore (caso strano) del centro sociale La Strada. “Sono furibondo. Chi non sa riconoscere l’identità di un luogo non può governarlo. Non ci arrendiamo alla superficialità di chi non sa vedere e apprezzare la storia popolare di Roma. Faremo di tutto per ripristinare quella testimonianza. Lo dobbiamo ai nostri nonni, che con tanta passione si sono impegnati per la loro comunità”. Strano che sulla vicenda non sia pronunciato anche il neo segretario Pd Zingaretti, appoggiato da Ciaccheri e dal centro sociale La Strada alle ultime elezioni regionali.

Ad ogni modo i compagni della Garbatella possono dormire sogni tranquilli, Virginia Raggi non correrà il rischio di farsi scavalcare “a sinistra”, lei che passa notti insonni a studiare la mappa della Capitale a caccia di vie intitolate “ai fascisti” a cui cambiare nome. La “sindaca” accorrerà con la fanfara dell’Anpi e presenzierà personalmente al restauro della “gloriosa scritta”. E alla fine questa scritta, cancellata o meno ve la potete anche tenere.

Noi ci accontentiamo di ammirare case popolari che sembrano gioielli, l’idea di una comunità di popolo che si materializza, e se proprio dobbiamo stare lì con la lacrimuccia nostalgica preferiamo riguardare i filmati di un Gandhi per le vie della Garbatella insieme a Mussolini, mentre visita le scuole del quartiere e l’Opera Maternità e Infanzia. Voi tenetevi la scritta “democratica” e se proprio dovete parlare di edilizia popolare, andate a chiedere scusa per quei mostri come Corviale costruiti dalle giunte rosse della Capitale. Evviva la Garbatella. Garbata, bella e fascista.

Davide Di Stefano

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4 comments

Grongo 13 Marzo 2019 - 7:05

Per amor di precisione, Gandhi con Mussolini ebbe solo un colloquio privato di una mezzoretta. In quei filmati non è il Duce a d accompagnarlo, ma esponenti locali.

https://indiainout.com/quando-il-mahatma-incontro-il-duce/

https://www.corriere.it/romano/09-07-10/01.spm

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Achille 14 Marzo 2019 - 4:41

La raggi, come si è capito, è una mina vagante. Fa quello che le viene in mente la mattina, di tutto un po’. Come qualcuno ha già detto, potrebbe dedicare più tempo alle esplorazioni sotto le coperte, visto che è appetitosa oltre che stralunata.

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Samuele 14 Marzo 2019 - 5:17

Che blog di Pidioti, Legaioli è Berluscoglioni, dementi abituati da sempre a 90 non abituati a stare con la schiena dritta per natura soffrono già di astinenza colonrettale e sbavano come bestie in calore per tornare a quattro zampe.

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Storia anticomunista della Garbatella. Cento anni tra lotti, coatti e sovranisti | Il Primato Nazionale 18 Febbraio 2020 - 4:46

[…] fu infatti proprio il regime mussoliniano il cui apporto all’architettura della Garbatella viene spesso ridotto dalla vulgata di sinistra alla costruzione dei famosi Alberghi suburbani (quello Rosso e quello Bianco) di piazza Biffi – che sono, comunque, simboli del […]

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