Teheran, 15 apr – Il Sottosegretario allo Sviluppo economico italiano, Ivan Scalfarotto, sull’Iran non sapeva nulla. O meglio, parole sue, ne aveva sentito parlare grazie alla visione del film Argo. Fin qui direte voi, nulla di strano. Un po’ di ignoranza non fa male a nessuno, cosa volete poi che ce ne freghi dell’Iran con tutti i problemi economici che abbiamo in Italia. Considerando poi che Scalfarotto è freschissimo di nomina presidenziale e fino ad una settimana fa si occupava di tutt’altro, diritti degli omosessuali e rapporti con il parlamento, tutto sommato dovremmo giustificarlo no? A dirla tutta crediamo proprio di no, visto che la delegazione del governo italiano è andata in Iran negli scorsi giorni per siglare accordi commerciali pari a 20 miliardi di euro, portando con sé 147 manager rappresentanti di 55 aziende. Soltanto le Ferrovie dello Stato hanno siglato un’intesa con le ferrovie iraniane pari a 3,5 miliardi per la costruzione della rete ad alta velocità dell’Iran.
In pratica tutto questo è avvenuto senza che Scalfarotto ne sapesse nulla o quasi, il nostro Sottosegretario allo Sviluppo economico pensava di farsi un giro in un leggendario quanto buio medioevo: “Devo ammettere che sono arrivato lì abbastanza nervoso, mi aspettavo di vedere un Paese in cui la presenza dello Stato teocratico fosse tangibile in ogni angolo della città. Una foresta di minareti, altoparlanti rimbombanti le voci dei muezzin, enormi ritratti lungo le strade. Invece.. ieri sera, prima di partire, abbiamo cenato in un ristorante che, mancanza del vino a parte, avrebbe potuto essere benissimo a Londra o a Los Angeles”, così scrive Scalfarotto su Il Post. E invece era lì a stringere accordi finalizzati a far tornare l’Italia il primo partner commerciale dell’Iran, augurio del presidente iraniano Rohani, cosa seria e assolutamente auspicabile. Peccato che siano aspetti del tutto marginali per chi la “Terra degli Ari” l’aveva giusto sentita nominare in un film e pensava non avesse altro da offrire se non le voci dei muezzin.
Allora il fresco Sottosegretario allo Sviluppo economico, riguardo questi accordi che il governo italiano ha siglato, vede bene di non pronunciarsi, preoccupandosi invece di difendersi dalle accuse provenienti dalla comunità gay: “sei andato in Iran e non hai detto nulla sulla repressione degli omosessuali che vengono condannati a morte. Proprio tu che sei gay e da sempre paladino dei nostri diritti.” Fermi tutti, argomenta Scalfarotto, vi spiego perché mi sono dovuto piegare alla realpolitik. E scopre così improvvisamente di essere Sottosegretario allo Sviluppo economico e in quanto tale in Iran rappresentava il governo italiano e doveva stringere accordi commerciali mica immolarsi per la causa LGBT. Ma non ci dica, e noi che pensavano ad uno Scalfarotto appollaiato su un minareto a sventolare la bandiera arcobaleno. Perché cosa ce ne frega a noi di rilanciare l’economia italiana, volete mettere la libertà di manifestarsi gay. Perbacco, attendiamo gli stessi pasdaran dei diritti umani indire manifestazioni colorate per protestare contro la prossima visita di Scalfarotto, magari dovrà andare negli Stati Uniti o in Cina, sui quali immaginiamo abbia visto qualche film. E a quel punto vedrete, tutti pronti, a chiedere che il nostro paladino si pronunci contro la pena di morte, ça va sans dire.
Eugenio Palazzini
2 comments
Se è per questo pure Riad o Dubai avranno ristoranti che assomigliano a Londra o Los Angeles. Semplicemente, vedendo il paragone, non capisce na ceppa.
Basta che magna!
Prototipo del politicante 2.0.