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Uno studio svizzero boccia il lockdown: “Misura odiosa e medievale, ha salvato poche vite”

by Cristina Gauri
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Zurigo, 18 mag – E’ stato una buona idea questo lockdown? E’ valsa la pena sacrificare l’economia dei Paesi Ue sull’altare del contrasto all’epidemia di coronavirus? In Svizzera, per esempio, non ne sono così convinti. In particolar modo al Politecnico federale di Zurigo (Ehtz), dove un team guidato dal professor Didier Sornette ha pubblicato uno studio (disponibile qui) che quantifica la riduzione dei decessi resa possibile dalle misure di confinamento e di restrizione delle libertà personali. E i risultati non soddisfano gli studiosi: «Il lockdown – o quarantena – dei Paesi europei ha prodotto un risultato che siamo stati in grado di quantificare. Calcoliamo una riduzione dei decessi nell’ordine di cinquanta persone per milione di abitanti».

Nel caso dell’Italia, il lockdown avrebbe quindi risparmiato un tributo circa 3000 morti. Una cifra considerevole, stiamo sempre parlando di vite umane. Ma il dato non risulta gradito al team di ricercatori, che bada alla sostanza delle cifre: per loro il «confinamento ha avuto effetti relativamente bassi sulla mortalità della popolazione». E secondo loro il gioco non è valso la candela: Sornette e il suo team hanno analizzato le reazioni comportamentali che sono innescate dalle restrizioni della libertà di movimento. I ricercatori vogliono, in sostanza, scoprire se le reazioni avranno conseguenze più gravi dell’epidemia di Covid-19, riferendosi in particolare alla salute e l’equilibrio mentale delle persone, e alle interruzioni dei processi produttivi e di import-export dei prodotti alimentari in tutto il pianeta. Tali interruzioni potrebbero riverberarsi negativamente su milioni di persone in tutto il mondo, in special modo sui Paesi in via di sviluppo.

Il professore, infine, non usa mezzi termini per bocciare il modello lockdown che piaceva così tanto a virologi e pentastellati: «Uno strumento brutale, medievale, a cui far capo in ultimo ricorso quando si è disarmati o in uno stato di massima incertezza. Inoltre, sapendo che forse la Covid-19 era già presente in Svizzera all’inizio dell’anno, il confinamento tardivo – sostiene Sornette – avrebbe avuto un effetto molto limitato». C’era il panico in alcuni Paesi europei e «molti hanno iniziato a imitare la Cina, ma hanno fatto meno bene. Non avremmo dovuto limitare la libertà di movimento in modo così brutale e completo, ma avremmo dovuto prendere di mira le zone calde e gli epicentri», afferma Sornette con sicuro riferimento all’Italia.

Cristina Gauri

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Giorgio 18 Maggio 2020 - 4:46

Il dott prof Sornette abita vicino alla Novartis, Roche, insomma sta in Svizzera, un paese di sette milioni di abitanti ma con due società farmaceutiche che sono cento volte circa piu’ rilevanti della nostra unica Diasorin; inoltre nel suo paese ci sono banche, conti, società che hanno capitali e fondi al cui confronto Bezos e Zuckerberg sono quasi due poveracci; infine dal 1901 al 1999 sul pianeta ci sono state alcune guerre … e cento milioni di persone o piu’ purtroppo sono morte ma la Svizzera, in quel periodo, ha utilizzato il suo esercito in una sola occasione: contro un gruppo di operai disarmati, uccidendo un discreto numero.
Per molte cose è un paese bellissimo e cosi’ sono piacevoli e civili i suoi cittadini.
Pero’ i consigli postumi del dottor Raclette li lascerei a pagina 13 della Repubblica.

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Fabio Crociato 19 Maggio 2020 - 12:18

La Svizzera è nata in pieno medioevo da quattro tribù consorziate… Anche questo Sornette usa i termini senza conoscerli, fuori luogo e contraddicendo la storia sua terra natia! Mi ricorda l’ uso idiota che si fa spesso in Italia del termine “barbaro”, come pure del “medioevo”, “fascismo”, “scienza”, “emancipazione” ecc.ecc. Quando si spiega si dovrebbe avere il coraggio di contestualizzare fino in fondo! Altrimenti, anche quando si può avere ragione, ti mandano a quel paese…

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Cesare 19 Maggio 2020 - 2:45

La carcerazione completamente inutile degli italiani è stata una prova generale di dittatura ed indebitamento dello stato da parte delle elites occulte del denaro prodotto in via privata.Questi ora si compereranno il paese a due lire e aspettano di incarcerarci nuovamente con la scusa di qualsiasi altro nuovo virus alla prossima normale influenza invernale.Una volta distrutto il paese era anche ben noto ai politici che ci distruggono che l’unica alternativa era emettere circa 200 miliardi di bot quasi a costo zero visti i tassi di oggi a livello mandiale.Al massimo avremmo pagato il 2% come avviene ora per via del cartello di banche che solo in Italia per legge spuntano l’interesse piu’ alto che emerge in un asta(cioè se solo 1 milione di bot passa al 2% questo si applica a tutta l’emissione-altro che mafia!)

estratto da ; lanuovabq.ot
titolo;
FASE 2:Ultime follie da lockdown.

“…Ci si chiede quanto sia servitoPrima di marzo, i governi che hanno imposto il lockdown avevano già a disposizione esempi di Paesi che non stavano applicando la stessa strategia. Già da gennaio, la Corea del Sud, Taiwan, Giappone e Singapore non avevano chiuso che una minima parte delle attività sociali ed economiche dei loro Paesi, preferendo adottare una strategia più aggressiva, di test, tracciamento e quarantena di ogni singolo infetto. Poi, da marzo, è emerso l’esempio ancora più clamoroso della Svezia, che ha condotto ancor meno test dell’Italia, non ha messo in piedi delle infrastrutture troppo sofisticate per il tracciamento degli infetti e dei loro contatti, ha lasciato quasi del tutto libera la sua popolazione. In pratica gli svedesi hanno coesistito con il virus, lasciandolo circolare. E nonostante tutto, hanno avuto una curva epidemiologica con un andamento simile a quella dell’Italia, con un picco fra il 20mo e il 30mo giorno e poi un declino dei casi. Proporzionalmente alla sua popolazione, la Svezia ha registrato meno morti rispetto ad altri Paesi che hanno applicato un lockdown rigido: 361 morti per milione di abitanti in Svezia, contro i 522 in Italia, i 587 in Spagna, i 773 in Belgio.

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