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Tassa patrimoniale, ce la chiedono Ocse e Fmi. La replica della Cgia: "Ce ne abbiamo già 14"

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 21 apr – Qualche giorno fa sia l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) che il Fondo monetario internazionale (Fmi) hanno “consigliato” all’Italia di adottare una tassa patrimoniale per fare cassa. Ebbene, la Cgia di Mestre coglie l’occasione per elencare tutte le tasse di questo tipo che già esistono e vengono riscosse.
Sì, perché se è vero che dal 2016 non paghiamo più la Tasi sull’abitazione principale, gli artigiani veneti fanno sapere che in quell’anno (che è l’ultimo disponibile con dati aggiornati) gli italiani hanno comunque versato al fisco 45,4 miliardi di euro di imposte patrimoniali. In poco più di 25 anni la loro incidenza sul Pil è raddoppiata, mentre in termini assoluti il gettito è aumentato di ben cinque volte volte.
In Italia sono “una quindicina – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – anche se le due imposte che gravano sulle abitazioni e sugli immobili ad uso produttivo e commerciale, ovvero la Tasi e l’Imu, garantiscono quasi la metà del gettito complessivo. Nel 2017, ad esempio, per onorare questi due tributi le famiglie, le imprese e i lavoratori autonomi hanno versato oltre 20 miliardi di euro. Un po’ meno onerose, ma altrettanto invise dai contribuenti, sono le imposte di bollo, che includono anche il prelievo annuale di 34,20 euro sui conti correnti con depositi superiori i 5 mila euro, quello del 2 per mille sugli strumenti finanziari e il bollo auto”.
Ma andiamo a vedere nel dettaglio quali sono le 14 (ebbene sì, quattordici) imposte patrimoniali esaminate dall’Ufficio studi della Cgia per il periodo 1990-2016: imposta di registro e sostitutiva; imposte di bollo; imposta ipotecaria; diritti catastali; Ici/Imu/Tasi; bollo auto; canone Radio Tv (a cui, come è noto, grazie a Renzi non si può più sfuggire); imposta su imbarcazioni e aeromobili; imposta sulle transazioni finanziarie; imposta sul patrimonio netto delle imprese; imposte sulle successioni e donazioni; imposta straordinaria sugli immobili; imposta straordinaria sui depositi; imposta sui beni di lusso.
Queste sono tutte tasse che gravano sulla ricchezza posseduta dalle persone in un determinato momento, sottolinea la Cgia. La ricchezza è intesa in senso ampio e comprende i beni immobili (case, terreni), i beni mobili (auto, moto, aeromobili, imbarcazioni), gli investimenti finanziari.
Come sappiamo, le imposte patrimoniali sono ritenute tassazioni dirette, ossia che colpiscono direttamente la capacità contributiva del contribuente senza attendere che si verifichino fatti o atti particolari. Mentre le imposte indirette richiedono, per poter essere applicate, il verificarsi di un determinato evento. L’Iva, ad esempio, si applica quando avviene la cessione di un bene o la prestazione di un servizio. Le imposte sulle successioni e sulle donazioni, sebbene classificate come imposte indirette, vengono considerate come una forma di imposizione patrimoniale, infatti colpiscono la ricchezza.
Nel 2012, a seguito delle misure introdotte dall’odiato governo Monti, l’imposizione patrimoniale è cresciuta, rispetto al 2011, di 12,8 miliardi di euro, un aumento di oltre il 40 per cento. In termini di gettito, le imposte più onerose per i contribuenti italiani sono l’Imu e la Tasi: nel 2016 hanno garantito alle casse dello Stato e dei Comuni ben 21,2 miliardi di euro. Seguono l’imposta di bollo (6,8 miliardi di euro), il bollo auto (6,6 miliardi) e l’imposta di registro (5,1 miliardi).
Pertanto, quando l’Ocse ci dice che una patrimoniale ridurrebbe le diseguaglianze, i divari di ricchezza, forse non sa che di questo tipo di imposte siamo pieni fin su i capelli. E che le nostre tasche sono sempre più vuote.
Quando l’Fmi ci dice di tassare i ricchi, forse non sa che i veri ricchi nel nostro Paese hanno residenze all’estero, conti offshore e tutto l’armamentario a disposizione per eludere ed evadere il fisco.
In generale, purtroppo, vale sempre la regola della tassa sul macinato (che fu introdotta nel Regno d’Italia sulla macinazione del frumento e dei cereali in genere e che nel tempo è divenuta simbolo della tassazione a tappeto di chi non può sfuggire al prelievo fiscale): sono i meno abbienti, ossia la maggioranza, che garantiscono il maggior gettito fiscale. Con ben 14 patrimoniali, mica una.
Adolfo Spezzaferro

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1 commento

paolo 21 Aprile 2018 - 12:26

Sovranita’ ed uscita dall ‘europa della banche e si all ‘Europa dei popoli:
“O si realizza l’unità europea sul terreno della ricostruzione economica o la civiltà europea è condannata a spegnersi ”
quanto grande è stata questa persona quanto vedeva innanzi a se , quale fortuna hanno avuto coloro che possono dire di averlo visto e vissuto .

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