Bruxelles, 31 mag – La scusa è sempre la stessa: combattere il terrorismo. Ma dietro l’accordo raggiunto tra l’Unione Europea e le “big companies” americane, tra cui Google, Facebook, Twitter e Microsoft, per “rimuovere entro 24 ore i contenuti che incitano all’odio”, si cela un ulteriore attacco alla libertà di espressione. Come se già non bastassero i “ban” con cui Zuckenberg su Facebook punisce chi utilizzi parole “scorrette” (basta anche scrivere “zingaro”), ora su richiesta della Ue le società americane che “governano” il web hanno accettato un “codice di condotta”, che prevede di esaminare le denunce rispetto al comportamento degli utenti. Ovviamente questo tipo di accordo ha subito un’accelerazione dopo gli attacchi terroristici di Parigi, visto che in diversi casi i terroristi avrebbero utilizzato i social network per coordinare gli attacchi. Anche la propaganda jihadista su Twitter, dove sono stati eliminati più di 125mila account legati al terrorismo, dovrebbe subire un duro colpo.
“I social media, purtroppo, sono fra gli strumenti che i gruppi terroristici usano per radicalizzare il loro sentimento fra i giovani e per diffondere violenza e odio”, spiega Vera Jourova, Commissario europeo per la giustizia, la tutela dei consumatori e l’uguaglianza di genere . “Questo accordo è un importante passo avanti per garantire che Internet rimanga un luogo di espressione libera e democratica, in cui sono rispettati i valori e le leggi europee”. Un maggior controllo e un generico “contrasto dell’odio” lasciano parecchi dubbi rispetto alla tutela della libertà di espressione. “Il nostro impegno primario è quello di non interrompere il flusso di tweet. Tuttavia, vi è una chiara distinzione tra la libertà di espressione e le condotte che incitano alla violenza e all’odio” ha detto Karen Bianco, responsabile delle politiche pubbliche in Europa di Twitter. Anche qui questa “chiara distinzione” probabilmente non sarà così evidente, visto che spesso anche legittime posizioni identitarie vengono bollate come “razziste, xenofobe etc”, fatto che potrebbe portare quindi alla rimozione o peggio alla modifica del contenuto.
Con l’accordo di oggi infatti, le aziende coinvolte si impegnano con la Ue a rimuovere in modo celere ogni “informazione illegale”. Lo sconfinamento tra il contrasto del terrorismo islamico e la prevenzione di eventuali attacchi, in una repressione delle idee “politicamente scorrette” non sembra un’ipotesi così peregrina. L’approccio “orwelliano” alla faccenda appare più evidente nella parte dell’accordo che prevede la promozione delle “contro narrazioni” per screditare i contenuti estremisti, sostenendo programmi educativi “che incoraggiano il pensiero critico”. Detta così assomiglia più una sorta di Grande Fratello o un programma di rieducazione comunista, piuttosto che a qualcosa in grado di favorire il pensiero critico. La volontà dichiarata è quella di “educare gli utenti circa il comportamento da tenere online”. Più che una sorta di “galateo per gli utenti” sembra proprio si tratti di censura bella e buona, solo che la parola non deve suonare bene ai promotori dell’intesa. In ogni caso tra le adesioni delle grandi compagnie americane, quella di Facebook sembra la più entusiastica: “Ci compiacciamo per l’annuncio odierno. Su Facebook non c’è posto per i discorsi di incitamento all’odio”. Il pensiero unico ha conquistato anche quegli ultimi spazi di libertà che erano rimasti su internet?
Davide Romano
3 comments
Sei libero di pensare (ancora per poco ) ma non di dire
ma i dittatori sono stati abbattutti e la libertà di pensiero oggi finalmente è libera
Bhè io oggi ho spento il cell , il pc ho fatto una passeggiata a piedi ho provato a chiaccherare con chi incontravo e mi sono comprato un vecchio dvd in bianco e nero buttati in un negozio che non vende più ovviamente , oggi mi sento più sereno e felice
https://www.youtube.com/watch?v=4otoifX7MUo
Così facendo, gli imbecilli ci Bruxelles non si rendono conto di dare un’accelerazione al colossale moto d’insofferenza che sta montando di giorno in giorno e che li sommergerà.
Non vedo l’ ora, glielo giuro, perché di questo orrendo “Grande Fratello” non ne posso veramente più.