“Almeno lasciate in pace le famiglie che vogliono stare insieme”. È questa la manifestazione di solidarietà di stampo arcobaleno espressa dal deputato Alessandro Zan (Pd) sul dramma familiare che, in questi giorni, ha travolto la famiglia del premier Giorgia Meloni, la quale in un post aveva dichiarato la fine della storia col suo compagno Andrea Giambruno nonché padre di sua figlia Ginevra, una bambina di 7 anni.
Zan, un tweet imbarazzante tanto quanto il suo squallido parallelismo
Una condotta che non è passata inosservata ad Alessandro Sallusti, che ha parlato di “Stupidità al cubo”. Il giornalista, infatti, si è chiesto “Quale sia il nesso tra il fallimento di un’unione etero e i diritti Lgbt”(…). Qui la stupidità si eleva al cubo. Sarebbe come dire, seguendo lo Zan pensiero, che un imprenditore che fallisce è la dimostrazione dell’inutilità dell’impresa, che il peccatore è la prova dell’inesistenza di Dio“.
Non per nulla Sallusti per dimostrare l’infondatezza arcobaleno, menziona anche il divorzio di una coppia omosessuale, quello tra il cantante Tiziano Ferro e il compagno Victor Allen. Secondo il giornalista, il premier Meloni ha invece dimostrato coerenza, in quanto ha difeso “la sua famiglia” mentre annunciava la fine della sua relazione. Una coerenza che, a quanto pare, manca ai vari Zan. Infatti, mentre bacchettano le condotte in casa d’ altri, ergendosi a maestri di vita nonché a grandi giuristi specializzati in diritto di famiglia, tacciono, o per svista o perché semplicemente troppo scomodo, sui panni sporchi delle case arcobaleno.
Gli arcobaleno sulle divisioni etero per dimostrare l’indimostrabile…
Partiamo da un luogo comune arcobaleno che, per avallare la tesi di due mamme e due papà, scomodano i casi di infanticidio commessi dai genitori non numerati. Per restare nell’ astio Lgbt+ contro la Meloni, basti pensare a quanto detto da Tommaso Zorzi che, pochi giorni dopo le elezioni politiche, aveva espresso la sua opinione sul premier. “Sapete chi è una donna, è una madre ed è cristiana? Ci pensavo ora: Annamaria Franzoni”, aveva affermato Zorzi in un reel pubblicato su Instagram. Un parallelismo tanto pesante quanto fuori luogo, che non è sfuggito al conduttore Francesco Vecchi che, infatti, in onda a Mattino 5, aveva duramente attaccato l’influencer.
(…) Un conto è una questione politica e un conto è un paragone con un’assassina…”. Proprio così, un conto è la questione politica ben altro sono gli attacchi personali ma, a detta del vittimismo arcobaleno, l’influencer non è stato capito. Ma se lo scopo di Zorzi era ben altro, ossia di andare ben oltre le etichette, visto che non è detto che una donna cristiana sia necessariamente una brava madre, perché non ha menzionato anche gli orrori commessi dalle mamme arcobaleno?
…immemori dei loro esempi pessimi
Eppure, di esempi ne abbiamo. Basti pensare quanto successo ad Harlem, nel 2004, quando una coppia lesbo picchiò a morte il figlio Yiovanni Tellez di soli due anni. Oppure quanto è successo a Londra nel 2013 quando una coppia di lesbiche uccise una bambina di otto anni, torturata fino alla morte, perché la reputavano “malvagia” e “posseduta dal demonio”.
Andiamo nel 2014 quando il piccolo Liam fu torturato e ucciso a soli 7 anni da una coppia di donne lesbiche. E, a proposito di “bambini indemoniati”, nel 2016, la piccola Elsie, una bambina di 18 mesi, fu picchiata a morte dal padre adottivo. “Era Satana trasformato in bambina”. È questa la motivazione-choc data dal suo carnefice. Nel 2018, invece, in California, si consumò un orrore nell’ orrore: un infanticidio/suicidio: ”due” mamme si buttarono giù dalla scogliera coi loro sei figli adottivi. Che dire…a quanto pare all’ influencer incompreso è scappato qualcosa.
Svista o malafede? Mentre aspettiamo la risposta, torniamo alla frase del paladino arcobaleno “Almeno lasciate in pace le famiglie che vogliono stare insieme”. Ed anche qui sembra che omettere sia una moda arcobaleno, visto che Zan non ha solo omesso i divorzi omosessuali ma anche i problemi familiari che, ebbene sì, colpiscono anche loro, come i maltrattamenti in famiglia.
Come è successo, ad esempio, nel 2018 quando il giudice ha considerato “maltrattamento in famiglia” una storia di botte ed umiliazioni in una coppia lesbo. La prima volta nella storia della giurisprudenza italiana che un simile capo d’imputazione viene applicato nel contesto di una coppia gay. Una situazione giuridica che non è cambiata fino ad oggi, inclusa la legge sulle unioni civili. Infatti, dal 2021 sia matrimoni che unioni civili sono aumentati, anche se non ai livelli pre pandemia e col governo Meloni non si sono arrestati. Stando così le cose, la sinistra ha nuovamente dimostrato la sua incapacità di confutare le idee dell’avversario e, per questo motivo, la necessità di attaccare lo stesso.
Nemes Sicari