Reggio Emilia, 20 feb – E’ bufera in provincia di Reggio Emilia dopo che Anna Barbieri, 66 anni, ex operatrice sociosanitaria in pensione, ha denunciato Ivano Manicardi, presidente dell’Anpi locale e membro del direttivo Pd di Cadelbosco Sopra, accusandolo di averla aggredita alla fine di un consiglio comunale piuttosto animato.
Secondo quanto la donna avrebbe raccontato alle forze dell’ordine, Manicardi l’avrebbe spintonata e l’avrebbe insultata con epiteti come “puttana”. “Devi smettere di scrivere contro l’amministrazione”, le avrebbe poi ordinato minacciosamente. I carabinieri di Cadelbosco Sopra hanno già iniziato a sentire i testimoni dei fatti.
La vicenda che avrebbe coinvolto il presidente dell’Anpi non avrebbe però a che fare con l’antifascismo, ma più prosaicamente, riguarderebbe un business da decine di milioni di euro, una querelle cittadina sulla realizzazione di un colossale impianto di bonifica e raffinazione delle argille destinate all’industria ceramica. In paese vi sono due fronti: quello del sì (di cui fa parte Manicardi), e quello dei cittadini preoccupati dell’impatto – ambientale e sanitario – che la “fabbrica delle polveri” porterebbe sorgendo vicino a Cadelbosco. Proprio su questo fronte è attiva la signora Barbieri, che principalmente tramite i social si fa portavoce del dissenso cittadino riguardo al progetto. Un atteggiamento che avrebbe dato molto fastidio al presidente Anpi.
“Sono passati diversi giorni da quel brutto episodio che mi ha visto, mio malgrado coinvolta – racconta Anna Barbieri alla Gazzetta di Reggio – Mi aspettavo, quantomeno, delle scuse da parte di Manicardi che, a quanto pare, non sono arrivate, per cui ho deciso di querelarlo“. La donna si dice preoccupata di incontrare questa persona in giro per il paese e di vivere “barricata in casa”. E ringrazia “quelle persone che, giovedì sera, a fine consiglio, sono intervenute assieme a mio marito per difendermi, ma nello stesso tempo sono delusa da chi, rappresentando una carica istituzionale, non si è avvicinato, mentre ero seduta in piena crisi di pianto, per sapere come stavo o per un bicchiere d’acqua. Inoltre, mi dispiace doverlo dire, ma il comunicato dell’amministrazione comunale mi ha umiliato e ferito ancora di più prendendo le distanze e definendo un ‘diverbio’ una reale aggressione”.