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Antifascista coinvolto in aggressioni e pedopornografia si suicida in Ungheria

by La Redazione
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ROMA, 7 lug – Un popolare attivista antifa ungherese si è suicidato dopo che la polizia ha fatto irruzione nella sua casa, trovando nel suo pc portatile oltre 70.000 file a carattere pedopornografico. Lo sconcertante materiale trovato dagli inquirenti, tra le varie cose, consisteva in oltre 300 video di torture e stupri, molto brutali e scioccanti, ai danni di bambini, molti dei quali di età comprese tra i 2 ed i 3 anni.
L’indagine, iniziata dopo le aggressioni avvenute a Budapest lo scorso febbraio, in cui attivisti antifascisti ungheresi, germanici e una donna italiana, tutti collegati alla Hammer Gang di Lina Engel, avevano aggredito e ferito diversi turisti accreditati dagli aggressori come membri di gruppi politici di destra. Da quanto emerso dalle indagini sulla violenza antifascista a Budapest, pare che Egyed Andras, questo il nome dell’attivista di estrema sinistra, abbia avuto assieme alla sua fidanzata Krisztina Dobos, un ruolo fondamentale nelle aggressioni sopra citate.

Pedofilia e antifascismo

Il corpo dell’uomo è stato trovato impiccato ad un albero, in un bosco vicino alla sua abitazione nella zona di Biatorbagy, nelle vicinanze della ex base missilistica sovietica ormai abbandonata di Holdfeny. Poco distante dal corpo, la polizia inoltre ha trovato i resti di un fuoco con una bambola bruciata al centro di un camino in pietra; come a voler significare che, prima del suicidio, il giovane di sinistra abbia celebrato qualche tipo di rito, forse assieme a qualche altro complice.

Mostruosi vizietti della sinistra europea

Dalle indagini è emerso inoltre che Egyed aveva lavorato in un noto locale di Innsbruck (il Caffe’ Lotta) noto per essere punto di ritrovo degli antifascisti tedeschi e, che in Ungheria, sia stato attivo in un movimento di estrema sinistra fondato dal parlamentare ungherese Andras Jambor, denominato Movimento Szikra. Tuttavia, ora gli inquirenti ungheresi cercano di capire, approfondendo le indagini, se possa esistere una rete pedopornografica tra Germania e Ungheria, e in che modo il giovane antifascista possa aver reperito una quantità cosi estesa di materiale, o se lo stesso abbia contribuito alla produzione di questi video o all’adescamento delle vittime.

Fulvio Cobaldi

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1 commento

Ths 8 Luglio 2023 - 8:58

Il problema sono gli altri simili ancora vivi.

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