Roma, 25 giu – “Basta croci in montagna”. L’ultimo delirio politicamente corretto l’ha partorito il Club alpino italiano (Cai), chiedendo lo stop alle croci sulle vette delle montagne. Sì, avete capito bene, la nota associazione ha lanciato una proposta che ricorda quella dei crocifissi nelle aule scolastiche che secondo i compagni più fanatici andrebbero rimossi perché offendono la sensibilità dei non cristiani. “La società attuale si può ancora rispecchiare nel simbolo della croce? Ha senso innalzarne di nuove? Probabilmente la risposta è no“, scrive il Cai sul suo storico portale, Lo Scarpone. Secondo il club le croci in montagna sarebbero “anacronistiche” e “divisive”. Il tutto perché, a loro avviso, stridono con “un presente caratterizzato da un dialogo interculturale, che va ampliandosi, e da nuove esigenze paesaggistico-ambientali”. Esigenze paesaggistico-ambientali? Santissima pazienza.
“Basta croci in montagna”: la proposta (delirante) del Cai
Per tentare di apparire minimamente serio, il Cai fa comunque sapere di “guardare con rispetto le croci esistenti”, ma allo stesso tempo di “preoccuparsi del loro stato ed eventualmente, in caso di necessità, occuparsi della loro manutenzione (ripulendole dagli adesivi, restaurandole in caso di bruschi crolli)”. Questo perché, rimuovere le croci esistenti “sarebbe come cancellare una traccia del nostro cammino; un’impronta a cui guardare per abitare il presente con maggior consapevolezza”.
Tuttavia, sempre secondo il club alpino, “è proprio il presente, un presente caratterizzato da un dialogo interculturale che va ampliandosi e da nuove esigenze paesaggistico-ambientali, a indurre il Cai a disapprovare la collocazione di nuove croci e simboli sulle nostre montagne”. Per poi specificare: “E’ lo stesso metro che il sodalizio ha adottato con i rifugi e con le vie ferrate, prendendosi cura delle strutture esistenti e, al contempo, dichiarandosi contrario alla realizzazione di nuovi innesti”. Intanto però i primi effetti di queste scempiaggini già si vedono, come raccontato da Il Giorno. Sì perché le guide alpinistiche di Alagna (Vercelli) hanno già cominciato a rimuovere alcune croci, per ammassarle in un memoriale.
Alessandro Della Guglia
6 comments
Cai grande cacca sempre più montante, microbi permettendo.
E cosa è inclusivo per il Cai ? La merda, oggi diarrea che tutti espellono ?
[…] leggi la notizia su Il Primato Nazionale Precedente […]
Non è poi cosi estremistica ne sul genere della “cancel culture” E’ un po il principio dei crocifissi e altri simboli cristiani nei luoghi pubblici: dove ci sono non si tolgono e dove non ci sono non si mettono. Ovviamente vale anche per i simboli di altre religioni, e se qualcuno fa osservare che praticamente non ce ne sono, se ne faccia una ragione . L’Europa piaccia o non piaccia è nata dal cristianesimo.
Anche il CAI è ammalato… Sai cosa facciamo prima di stracciare le tessere?… Ti cantiamo, signore delle cime,… Prova a fermarci.. Peccato… pensavo fosse una sana associazione … forse vuole mettere degli arcobaleni sulle cime… Ho brutti presagi circa la cura a tutto questo delirio.
Giusto e doveroso rimuovere i simboli della setta galilea dalle nostre montagne e poi da tutta Europa. Non per una volontà di includere, ma al contrario per escludere la contaminazione abramitica dei nostri popoli che dura da 17 secoli.