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Crisanti non ci dà tregua: “A Natale serviva lockdown più duro, ora è tardi”

by Cristina Gauri
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crisanti

Roma, 15 mar – Nella gara al catastrofismo innescata dai virologi mediatici il buon Andrea Crisanti ha pensato bene anche stavolta di dare il suo imprescindibile contributo. Non si tira mai indietro, quando c’è da recriminare, vaticinare disastri o sfoderare uno dei suoi «io ve lo avevo detto».

Crisanti ce l’aveva detto

Ieri, ad esempio, è intervenuto in diretta alla trasmissione L’Aria che tira, dichiarando che «questa terza ondata è il risultato del fatto che non è stata tempestivamente bloccata la seconda». Ce lo aveva detto, lui, ed effettivamente è così. Era stato lui a suggerire la reclusione natalizia per 60 milioni di italiani. Il Conte bis lo aveva parzialmente accontentato. Parzialmente, fatto che aveva molto contrariato Crisanti. Ma vuoi mettere ora il godimento di poter dire «dovevate fare come dicevo io»?

«Se avessimo sfruttato bene il mese di dicembre e fatto un lockdown più serio, forse saremmo usciti dalla fine di dicembre con pochi casi e avremmo impedito alla variante inglese di diffondersi. La variante inglese ha iniziato a diffondersi tra la fine di dicembre e gli inizi di gennaio. Noi avevamo l’opportunità per bloccarla e non l’abbiamo fatto», recrimina il nostro. «Mi meraviglio che i politici e chi li consiglia non fossero al corrente dell’elevata contagiosità di questa mutazione. A Natale non sono state prese misure serie, li abbiamo incoraggiati a uscire con il cashback e la lotteria dello scontrino».

Un mantra ripetuto alla nausea

Il mantra è sempre lo stesso, stanco e ripetitivo ma di successo, a quanto pare: la colpa è di italiani lassisti e indisciplinati e della bontà del potere pubblico che ha concesso sin troppa libertà. Poco contano i suicidi aumentati in maniera esponenziale, la distruzione totale del tessuto sociale, economico e produttivo, una sanità che ormai trascura tutte le altre patologie, spesso molto più gravi del covid, la disperazione serpeggiante.

Conta solo il Covid

Tutte quisquilie per Crisanti e tutti i virologi ad alto tasso di esposizione mediatica, per i quali contano solo il coronavirus e la propria immagine all’interno del piccolo schermo. D’altronde, c’è un altro elemento che caratterizza e punteggia la narrazione di questi espertoni: i «forse». Forse saremmo usciti dalla fine di dicembre con pochi casi, dice infatti Crisanti. Ma uno scienziato non dovrebbe basare le proprie valutazioni, specie quando così socialmente impattanti, sui forse. D’altronde veniamo da mesi di autentico, duro lockdown e da un anno di misure a vario titolo, e a vario grado, restrittive e non sembra che i risultati possano dirsi soddisfacenti.

Cristina Gauri

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Amedeo Iermano 16 Marzo 2021 - 6:57

Ma è chiaro che la colpa sia degli italiani. Ne eravamo usciti quasi del tutto l’estate scorsa ma abbiamo fatto finta che il Covid non ci fosse mai stato. Il governo ci ha messo il suo non chiudendo i confini e non facendo i controlli come al solito. Ma a contagiarsi alla fine siamo sempre e solo noi. Inutile fare scarica barile. Inutile aspettare la soluzione da altri come dei poppanti. È sempre stato tutto nelle nostre mani e sempre lo sarà se vogliamo sperare di uscirne. Negare il nostro ruolo ci rende solo ridicoli e prolunga l’agonia.

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