Il dato delle quasi 4000 morti in mare era giĆ stato segnalato dall’Unhcr (l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati), che qualche giorno fa aveva evidenziato il triste record del 2016, peraltro nel frattempo giĆ salito ulteriormente. “Dallāinizio del 2016, una persona ogni 88 che hanno tentato la traversata ha perso la vita, un dato in netta crescita rispetto allā1 ogni 269 dello scorso anno. Nel Mediterraneo Centrale questo dato ĆØ addirittura più alto, con una morte ogni 47 arrivi”, scrive l’agenzia Onu.
A cosa si deve tale incremento vertiginoso della mortalitĆ nel Mediterraneo? Scrive l’Unhcr: “Le cause di tale incremento sono molteplici: circa la metĆ di coloro che attraversano il Mediterraneo sono diretti in Italia e si imbarcano dal Nord Africa, una rotta notoriamente più pericolosa. I trafficanti stanno inoltre utilizzando imbarcazioni di qualitĆ sempre più scarsa, tra cui fragili gommoni che spesso non resistono allāintera durata del viaggio. La causa di diversi incidenti sembra essere il maltempo, ma anche le tattiche dei trafficanti stanno cambiando: in molti casi si sono verificate partenze di massa di migliaia di persone in contemporanea. Questo può essere dovuto al fatto che il traffico di esseri umani si sta orientando verso nuove modalitĆ o la percezione che i rischi legati alla traversata siano minori che in passato, il che rende il lavoro dei soccorritori più arduo”. Tutto giusto, anche se manca un passaggio: quello in cui si spiega come le ong “umanitarie” e la stessa Unchr siano complici di queste stragi.
Adriano Scianca
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Quattromila? Pochi.