Firenze, 27 mar – Le restrizioni a cui gli italiani devono sottostare per contenere l’epidemia di coronavirus continuano a non riguardare gli immigrati, liberi di vagare per le strade, e perché no, delinquere. Prendiamo, ad esempio, il marocchino 24enne fermato l’altro ieri a Firenze. Prima prende parte a una rissa nel centro del capoluogo toscano – ovviamente senza curarsi delle ordinanze restrittive per il contenimento del Covid-19 – poi rincorre il proprio opponente cercando di colpirlo con una grossa catena di metallo; infine, fermato e perquisito dalle forze dell’ordine, si scopre che l’uomo è irregolare sul territorio nazionale.

Tutto ha avuto inizio da una lite tra il magrebino ed un secondo individuo non ancora identificato: dalle male parole alle grida, per poi sfociare nell’aggressione fisica ci è voluto poco. Il marocchino ha quindi aggredito l’altro uomo rincorrendolo per strada roteando nell’aria il catenaccio di ferro. 

Sul posto, allertati dalle segnalazione dei residenti, sono arrivati tempestivamente gli uomini della squadra volanti della questura di Firenze, che con grande sforzo sono riusciti  ad avere la meglio sul magrebino e a togliergli la grossa catena dalle mani, nonostante la violenta resistenza opposta dall’immigrato. Alla fine lo straniero è salito, ammanettato, a bordo dell’auto di servizio e condotto in centrale per le rsolite operazioni di identificazione ed incriminazione. E’ stato durante la perquisizione che gli agenti gli hanno trovato addosso e sequestrato anche due grossi pugnali.

Una volta identificato, lo straniero è risultato essere irregolare sul territorio italiano, perché sprovvisto di permesso di soggiorno. Dovrà rispondere ora dei reati di porto di oggetti atti ad offendere e di minacce aggravate e resistenza a pubblico ufficiale, oltre che una denuncia per violazione delle norme sull’immigrazione.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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