Agrigento, 23 dic- Fino a qualche anno fa la stagione invernale significava fermo forzato degli sbarchi sulle Pelagie e in generale sulle coste di Sicilia e Calabria. Quest’anno invece non si fa che parlare di “arrivi” eccezionali, di Ong che fanno su e giù dalle acque libiche, e di emergenza soprattutto all’hotspot di Lampedusa. Proprio negli ultimi giorni si contano centinaia e centinaia di clandestini che hanno nuovamente messo in crisi la gestione della famigerata accoglienza, o per meglio dire del business senza fine. Pensiamo alle spese quotidiane di mantenimento singolo e delle strutture che li ospitano, e anche dello smaltimento delle imbarcazioni: barche, barchini, gommoni, barche a vela (in foto).
Ad esse in questi ultimi due anni si sono aggiunte le spese relative alla pandemia: navi quarantena, tamponi e ricoveri. Con i dati dei contagi siciliani che aumentano a dismisura senza che nessuno chiarisca dove finiscano quelli dei clandestini.
Smaltimento delle imbarcazioni e nuove strutture: così non si ferma il business
E non ci si ferma mica qui. Basti pensare ai 7 milioni di euro per un nuovo edificio, denominato “A2”, consegnato alla Prefettura di Agrigento e relativo all’hotspot nella più grande delle Pelagie. I lavori realizzati rientrano nell’ambito degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e dell’adeguamento impiantistico del Centro, in particolare degli edifici “A1”, “U1” e “A2” oggetto di incendio nel 2016 e nel 2018 (indovinate appiccati da chi) e pertanto non utilizzabili. Con 189 posti letto in più che adesso pongono la struttura ad una capienza massima di 403 posti totali, stazione appaltante Invitalia. Nessuna voglia, dunque, di fermare questa continua tratta di nuovi schiavi, agevolata da Ong che si moltiplicano come funghi e fanno bella mostra nei nostri porti (si veda Resq People ferma da un mese a Siracusa), quando non fanno su e giù nello specchio d’acqua tra Agrigento e Pozzallo in attesa di assegnazione di un porto (si veda Ocean Viking con 170 clandestini a bordo proprio adesso).
Emanuela Volcan
2 comments
Rimettetele in mare così come sono, rimetteteci sopra quelli lì e rimorchiatele fino ai limiti delle acque libiche. Arriveranno subito a riprenderseli.
Serviranno per riportare quei milioni di italiani o pseudo tali da dove sono venuti.