Roma, 11 ago – Il sud Italia brucia e si parla molto di caldo senza precedenti, purtroppo coadiuvato dai piromani, ergo da vigliacchi criminali. Elementi che senz’altro incidono sul dramma degli incendi a cui da giorni stiamo assistendo. Ciò che non viene invece rimarcato a sufficienza è il vulnus istituzionale.
Le risorse impiegate per contrastare il dissesto idrogeologico, per la prevenzione degli incendi e per i progetti di riforestazione sono poche, troppo poche: un quarto di quelle necessarie.
Eppure il capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, lo avrebbe pure fatto notare la scorsa settimana in commissione Ambiente alla Camera. Notizia passata quasi sottotraccia. “Va fatto un ragionamento da qui a qualche mese, anno – ha dichiarato Curcio – in particolare per quello che riguarda i Canadair. La proprietà è del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco e insieme a loro stiamo ragionando su che proposte fare per l’ammodernamento della flotta visto che siamo quasi a fine vita utile dei mezzi”.
Quanti sono i canadair in Italia
Già, i celebri canadair, tanto invocati in questo periodo malgrado siano ormai quasi dei rottami. Da oltre dieci anni l’Italia dispone infatti di appena 15 velivoli Canadair CL415, sempre gli stessi. Gli aerei anfibi bimotori con turboelica ad ala alta, che spesso si rivelano il più importante mezzo per domare le fiamme, si contano dunque su tre mani. E non ci decidiamo ad ampliare e rimodernare la nostra flotta. Di conseguenza una nazione che ogni anno nella stagione estiva viene messa a dura prova dai roghi (l’Italia ha il triste primato europeo per incendi divampati), è costretta a rivolgersi a Francia e Grecia (si veda il recente caso della Sardegna). Sì, pure alla Grecia altrettanto dilaniata dalle fiamme. Oltre ai pochissimi Canadair, disponiamo di 5 elicotteri Erickson S64F e di 10 elicotteri del comparto Difesa, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e dell’Arma dei Carabinieri. Chiamarla “flotta” suona quasi azzardato.
Quanto costano e chi li produce
Il costo di un canadair si aggira intorno ai 25 milioni di euro. Per un’ora di volo servono più o meno 6mila euro. Costi elevati? Solo in apparenza, per uno Stato queste cifre sono quasi briciole anche considerando quanto spendiamo per altri settori meno prioritari. E non parliamo di aerei e mezzi militari, ovviamente, ché sono altrettanto necessari.
A realizzare per prima questi aerei anfibi fu l’azienda canadese Canadair (da questa il nome comune). Poi il testimone passò alla Bombardier Aerospace e infine, dal 2016, alla Viking Air Limited. Quest’ultima è un’altra azienda canadese, con sede a North Saanich, nella Columbia Britannica. Dopo aver rilevato la produzione degli aerei antincendio dalla Bombardier, continua ad avere una sorta di monopolio nella realizzazione di questi mezzi fondamentali.
Riepilogando: per spegnere gli incendi più tosti dipendiamo da un’azienda del Canada, non abbiamo mezzi a sufficienza e non investiamo abbastanza in prevenzione. Eppure cianciamo di transizione ecologica e green economy, con appositi finanziamenti europei. Quando si dice la lungimiranza. Intanto il sud Italia continua a bruciare e i danni sono incalcolabili.
Eugenio Palazzini