Così come un virus è più efficace su una persona anziana o con altre patologie pregresse, allo stesso modo è più efficace su un’economia acciaccata o appena uscita da una crisi. L’Italia, purtroppo, è proprio in questa situazione. Molti tra risparmiatori e gestori di portafogli reali o simulati (come in The Trading Game) si stanno chiedendo come si evolverà la situazione. Eravamo sul punto di incominciare una lenta ripresa quando la comparsa del nuovo coronavirus COVID-19 e la sua diffusione a livello mondiale rischiano di riprecipitarci nello sconforto economico.
Un rischio che non è più nemmeno un rischio, in quanto i primi effetti sia sui settori industriali che sui mercati possono essere già definiti, se non drammatici, inquietanti. Numerosi studi, come quello pubblicato recentemente dalla Cerved Rating Agency “Impact of the Coronavirus on the italian non-financial corporates”, ci mostrano come i settori italiani più colpiti sono e saranno il manifatturiero, il trasporto e il turismo. Tre settori che rischiano di trascinare il nostro PIL a perdite che vanno dall’1 al 3%, affiancate a dei mercati dove si rafforzano beni rifugio quali oro, Bitcoin e dollaro statunitense. Come se non bastasse, il petrolio, commodity chiave per l’economia mondiale, vede la propria domanda calare drasticamente.
Duro colpo per tre settori chiave in Italia
Il rallentamento della produzione cinese ha prodotto un effetto cascata che ha trovato terreno fertile in un’economia globale caratterizza da un rallentamento della crescita. Questo, unito alle quarantene e chiusure forzate delle “zone rosse” (ma anche a Milano e Cremona), rischia di scalzare l’industria manufatturiera lombarda e del nord fuori dalla catena mondiale del valore, dove si era ormai inserita con successo.
Il turismo ha pagato forse il prezzo più alto di tutti; infatti il coronavirus ha malauguratamente catapultato il nostro paese sotto l’etichetta di “focolaio d’Europa”. Appellativo che, unito al crollo dei turisti cinesi, ha portato a conseguenze serissime, con il cancellamento delle prenotazioni che ha toccato anche il 90% per alcune strutture. Alberghi di 200 camere che lavorano con solo 2 o 3 occupate.
Infine il trasporto aereo ha trovato nel Coronavirus un nemico formidabile che non si era mai visto. Barclays riporta che l’intero settore ha sottoperformato gli indici di mercato di oltre il 15%. Infatti la Cina costituiva il 2-3% dei ricavi di ogni compagnia e la tensione sviluppatasi a livello globale parla di conseguenze letali per il mercato se la situazione dovesse perdurare.
Mercati al riparo con beni rifugio e petrolio in crisi
Mentre normalmente in periodi di crisi il dollaro statunitense tende ad apprezzarsi in quanto bene rifugio, al momento vediamo l’euro in salita. Tale trend è dovuto all’andamento dello spread tra titoli tedeschi e statunitensi che si è ristretto ha causa del divario tra le politiche economiche dei due sistemi. Infatti la Federal Reserve a risposto più prontamente, portando a una riduzione dello spread e quindi a un apprezzamento dell’euro. Quindi abbiamo due pesi contrapposti sull’euro: una spinta ad apprezzarsi dovuta alla componente monetaria (le politiche delle banche centrali) e una macroeconomica (Europa potenzialmente più in difficoltà) che spinge invece al ribasso. Il futuro del cambio valutario più scambiato dipenderà dall’iterazione tra queste due spinte.
La crisi del settore tecnologico, che vede le big del mercato, come Microsoft e Apple, fortemente influenzata dall’economia cinese, unita alle difficoltà in manifattura e trasporti, ha portato a un brusco calo della domanda di petrolio. Infatti i membri dell’OPEC si riuniscono per discutere su l’eventuale rallentamento o addirittura diminuzione della domanda a causa del coronavirus, eventualità verificatasi solo altre tre volte nella storia. Le trattative proseguono a oltranza, mentre i prezzi toccano quota 30 dollari al barile e i principali esperti del mercato, come Ihs Markit, parlano di cali di domanda mai visti nella storia, pari a 3,8 milioni di barili.
Fonti: The Guardian
Infine, anche in questo frangente, il Bitcoin si riconferma come bene rifugio. Ormai la tecnologia blockchain sottostante non fa più paura ai mercati, che considerano la valuta virtuale un mercato maturo e ottimo per mettersi al riparo dal coronavirus. Gruppi di esperti consigliano di mantenere sempre una piccola esposizione sul mercato cripto valutario per equilibrare il proprio portafoglio. Caso curioso, la nascita di una criptovaluta specifica, il CoronaCoin, che mira a speculare sull’andamento del virus a livello globale.
Impatto futuro incerto
Come si comporteranno i mercati e l’economia reale? Il perdurare della crisi colpirà troppo duramente l’economia italiana? E la ripresa? Lo studio di Cerved Rating Agency analizza due casi che vedono il perdurare dell’epidemia COVID-19 fino a metà anno o per tutto l’anno. In entrambi gli scenari si prevede un peggioramento significativo della qualità dell’economia e dei parametri legati alle principali società italiane. Tuttavia, è ancora presto per determinare con sicurezza l’entità di tali perdite di valore.