Roma, 9 nov — Gioite, non potendo fermare l’onda dilagante di aggressioni sui convogli, arrivano i corsi di autodifesa personale per le dipendenti donna di Italo treno: è l’iniziativa intrapresa dalla seconda compagnia ferroviaria italiana, che dall’8 marzo scorso ha deciso di formare il personale femminile nella difesa dagli attacchi sui treni e nell’ambiente delle stazioni ferroviarie. Alcuni giorni fa il corso ha fatto tappa a Napoli e ha coinvolto persino i famigliari delle dipendenti. Una giornata all’insegna dell’allenamento con istruttori della tanto di moda krav maga, l’arte marziale di origine israeliana. Si parte da una presa sul braccio, per arrivare ad un’aggressione come lo strangolamento. e se l’aggressore ti arriva da dietro.
Autodifesa femminile: si delega alle potenziali vittime
Perdonateci il poco entusiasmo nel riferire la notizia ma il sottotesto appare chiaro: non essendo assolutamente in grado di tutelare i propri dipendenti più vulnerabili dalla piaga delle aggressioni — spesso a sfondo sessuale, nella maggioranza dei casi compiuti da sbandati extracomunitari — con politiche di prevenzione e sorveglianza dei luoghi lavorativi, si decide di delegare alle potenziali vittime.
«Queste giornate permettono alle partecipanti di apprendere tecniche semplici da memorizzare e da mettere in atto — spiega Fabio Sgroi, Direttore Health and Safety di Italo — che possono tornare utili non solo in ambito lavorativo ma anche nella vita quotidiana. Il corso è molto apprezzato da coloro che vi partecipano e stiamo già studiando nuovi progetti per il 2023. Siamo felici di aver organizzato questa giornata a Napoli, per dare alle donne una concreta opportunità e renderle maggiormente consapevoli».
Non bastano un paio di lezioni
Qualche ora di lezione di «autodifesa» — lezioni che senza un percorso costante di «mantenimento» di quanto appreso sono destinate a scivolare nello scarico del lavandino — per mettersi la coscienza a posto e poter affermare che «Italo il suo l’ha fatto». Senza contare che senza l’adeguato allenamento e la reale comprensione della tecnica di difesa personale, una reazione sbagliata o sbilanciata nei confronti di un eventuale aggressore potrebbe innescare una risposta ancora peggiore. Riassumendo: in uno o due pomeriggi non si impara ad avere la meglio su di un gruppo di magrebini o su qualche pazzo subsharaiano di due metri ubriaco o strafatto. Probabilmente persino una lottatrice esperta incontrerebbe serie difficoltà. E Italo, istituendo questo corso, sta comunicando al suo personale femminile che sarà sempre peggio.
Cristina Gauri