Siracusa, 20 feb – Si fanno chiamare sardine ma si comportano come remore, i pesci ossei che si attaccano con una ventosa alla pelle di grandi mammiferi marini, squali e tartarughe: lasciandosi trasportare passivamente per risparmiare energie, nel frattempo si nutrono dei rimasugli dei pasti del proprio ospite. Non c’è fenomeno legato alla galassia progressista che non abbia visto, in questi mesi, il loro accodarsi. Loro si giustificano dicendo che “è per dare visibilità alla tale istanza”, e, nel frattempo, della visibilità ne godono loro.
Sostegno al servizio taxi per immigrati
Doveva quindi arrivare il momento del sostegno alle Ong e al loro “servizio taxi” per immigrati. E’ successo nella giornata di ieri, quando una delegazione di sardine si è recata nel porto di Siracusa in visita alla nave Aita Mari della Ong spagnola Salvamento Maritimo Humanitario. La Ong scorsa settimana ha recuperato in due distinti interventi 158 immigrati, per i quali si è spalancato il porto di Messina.
A guidare la delegazione uno degli esponenti nazionali del movimento, il siracusano Massimiliano Perna, che ha successivamente raccontato la visita in un post su Facebook: “Chi salva una vita in mare salva l’intera umanità“, inizia Perna semicitando nientemeno che Schindler’s list. “Le Ong che pattugliano un Mediterraneo da tempo abbandonato dalle missioni degli Stati europei e lasciato in parte nelle mani feroci dei libici sono le ultime testimoni di umanità e giustizia”.
I decreti sicurezza rimangono il nemico numero uno
“Abbiamo voluto ringraziare l’equipaggio di questa nave e idealmente a tutte le navi umanitarie che operano nel Mediterraneo”, spiega. “Abbiamo ascoltato i racconti dell’equipaggio, abbiamo ascoltato Yoro, senegalese che, dopo sei anni, per la prima volta tornava su una nave di soccorso, questa volta non come naufrago ma come abitante di questa città”. E poi parte a testa bassa contro Salvini e i decreti sicurezza: “Abbiamo ribadito insieme il nostro No ai decreti sicurezza, l’insoddisfazione per le insufficienti modifiche proposte dall’attuale governo, la richiesta di cancellare il Memorandum Italia-Libia, il rifiuto di politiche di chiusura e di indifferenza”.
Il marchio delle sardine sulla nave
Perna passa a raccontare della consegna simbolica di un pesce di carta, da appendere sulle pareti della nave. L’equivalente di un territorial pissing. “Abbiamo consegnato a Filippo, coordinatore e responsabile del settore infermieristico, una grande sardina di carta che è stata tra i simboli della nostra prima piazza, come segno di condivisione di quegli ideali e quei valori di umanità e solidarietà fondamentali che le Ong portano in mare. La sardina è stata messa in uno dei luoghi più importanti della nave: l’infermeria”, racconta.
La nave ha anche bisogno di un idraulico e di un meccanico nautico per alcuni interventi di manutenzione. “Ci impegniamo a trovarli. Per fare la nostra piccola parte, davanti alla loro grande missione”.
Cristina Gauri
4 comments
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…potrebbero aiutare le ONG, facendosi appendere fuoribordo come esche .., per pescare, servono i vermi..
“chi salva una vita salva l’umanità intera” vale sempre,anche in tema di aborto oppure la differenza la fa semplicemente il “mare” aggiunto clandestinamente a quella frase ?
[…] l’articolo completo sul sito di Il Primato NazionaleFonte: Il Primato […]