Roma, 8 mag – Via libera alle mascherine fai-da-te confezionate dagli stessi cittadini. Nella fase 2 del coronavirus, quindi, gli italiani potranno sopperire alla carenza di dispositivi di protezione individuale riscontrata nei negozi producendoseli in proprio – a patto che siano multistrato, in modo da garantire il contenimento del contagio. Lo annuncia Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità, rivolgendosi ai cronisti nel corso della conferenza stampa settimanale sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 nel nostro Paese. Il capo dell’Iss è intervenuto sull’argomento in risposta ad una domanda sull’utilizzo delle mascherine in questa nuova fase in cui molti lavoratori sono rientrati in servizio, specificando che riguardo a questo tema «non si può comunque generalizzare, ma vanno analizzati singoli casi e le singole esigenze».
Discorso a parte per le Ffp2 e Ffp3, che «hanno una tipologia di costruzione che previene le trasmissioni per via aerea, quindi hanno una complessità più elevata del livello di trasmissione. Vengono raccomandate in campo sanitario laddove c’è il pericolo di essere esposti a pazienti ad alto rischio, ed anche in altri contesti sono raccomandate solo laddove ci sono rischi specifici». Per circolare in pubblico, quindi, non servirebbero. «È comunque il datore di lavoro, tramite il medico competente, che individua un rischio specifico e stabilisce che tipo di Dpi utilizzare. Non sono, invece, raccomandate per i comuni cittadini o per le normali attività». Le mascherine fai da te, quelle «per la popolazione», «non hanno standard specifici» ma «servono fondamentalmente a contenere le nostre goccioline. Indossandole, proteggiamo gli altri».
L’importante, puntualizza Brusaferro, è che i dispositivi siano multistrato: «A livello di popolazione è quello che viene raccomandato anche a livello internazionale – ha concluso Brusaferro -, come indicano i video diffusi dai Centers for desease control: devono essere multistrato. L’obiettivo è proprio quello di aderire intorno al cavo orale facendo in modo che le nostre goccioline vengano contenute all’interno, non esponendo chi ci sta accanto a rischi».
Cristina Gauri
4 comments
Allora, vediamo se ho capito bene.
Prendo un bel compensato doppio, lo ságomo, ci spillo due begli elastici e mi copro il volto.
Poi faccio due grossi respiri e controllo se è uscito fuori qualche virus.
Se nessuno si lamenta, tutto a posto, non c’è stato contagio.
Se invece ho contagiato qualcuno, rifaccio la mascherina con un compensato più doppio, un bel multistrato da 18 mm, e mi garantisco il collaudo che si può fare mediante autocertificazione, spero.
Rimaniamo in attesa del modello che emetterà l’ISS.
ma Basta che non serve a nulla, fanne anche tre di strati ignorante ma il cotone non ferma. Serve solo a mettervi il marchio di giuda e a far bruciare chi ha il coraggio di rifiutarlo. Non li valete nemmeno 30 denari servi dei pagliacci.
[…] Author: Il Primato Nazionale […]
Non diamo soldi a queste merde di politici, farmacisti e speculatori vari: sul tubo ci sono molti tutorials per farsi una mascherina in casa facilmente in pochi secondi.