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A Milano Sala vieta pure di fumare all’aperto. Lasciateci stare, alla nostra salute ci pensiamo noi

by Lorenzo Zuppini
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Milano, 20 gen – A Milano il sindaco Sala ha vietato il fumo delle sigarette alle fermate dei mezzi pubblici, nei parchi, nelle aree cani, nei cimiteri, negli stadi e nelle strutture sportive. Il piano è di vietare, dal 1° gennaio 2025, di fumare in tutte le aree pubbliche all’aperto. Si chiama “Regolamento per la qualità dell’aria”, anche se il divieto vieta di fumare se si è a meno di dieci metri dalle altre persone. Sembra, dunque, più un divieto nei confronti dei fumatori teso a tutelare inutilmente la salute di coloro che non fumano. I quali, questi ultimi, ove fossero infastiditi dalla sigaretta del vicino di tavolo al bar all’aperto, potrebbero serenamente chiedere di smetter di fumare o di spostarsi.

Fumare all’aperto: per l’ideologia green sei colpevole

E invece no, il sindaco Beppe Sala ritiene doveroso entrare a gamba tesa nelle questioni private tra cittadini privati, utilizzando oltretutto la solita ridondante arma della tutela della salute. Non dovremmo esser noi i detentori della nostra salute, senza che il sindaco della città se ne interessi fino a vietarci dei comportamenti che definiremmo banalmente piacevoli? Perché l’esistenza umana è fatta di tanti piccoli aspetti piacevoli e piacevolmente intimi, i quali compongono più genericamente la fetta di libertà di cui dovremmo godere in quanto individui, e non in quanto membri di un gregge nel quale ognuno è responsabile per la vita altrui. L’ideologia green, che ben sta a fianco della mania salutista, è un altro metodo di colpevolizzazione di coloro che hanno una vita normale per la quale la bici elettrica e la Ztl rimangono un universo parallelo all’incirca irraggiungibile.

Sala pensa solo alle sciure ecosostenibili

E dunque si utilizzano le automobili, si fumano sigarette per ritagliarsi cinque minuti di sana sregolatezza e si ambirebbe ad esser lasciati in pace da un sindaco che sembra più rappresentare le sciure ecosostenibili che la cittadinanza comune. Sciure che, essendo dotate di appartamenti con terrazze larghe come un parcheggio, non hanno problemi a fumarsi le loro sigarette in un luogo che non sia pubblico. E il resto? Lacrime e sangue.

D’altronde se il governo si accolla la tutela dell’inesistente bene comune durante questa pandemia, finendo poi per sbracarsi completamente riducendo le vite dei cittadini ad una mera conta dei giorni che passano e delle possibilità di ammalarsi scansate con successo, è ovvio che poi si genera un fenomeno a macchia di leopardo per il quale un amministratore pubblico (Sala, in questo caso) si erge a grande controllore sulla comunità da lui amministrata ritenendosi detentore del potere di decidere chi e come può fumare una sigaretta all’aperto.

L’approccio moralista della classe politica

Il filo conduttore è l’assenza di limiti che ha condotto la politica ad impossessarsi delle nostre vite sino a pretenderne l’esatto controllo, adducendo a giustificazione la tutela del nostro bene. È un approccio paternalista e moralista che mal si addice ad una classe politica che sta dando prova di enorme debolezza nella gestione di una situazione sì drammatica, ma che in ogni caso non è detto debba sfuggire di mano.

Potrebbe darsi, lo diciamo sottovoce, che l’errore sia a monte, ovvero che la pretesa del potere politico di regolamentare minuziosamente ogni nostro movimento giornaliero, spiegandoci anche perché si sia incapaci di provvedere a noi stessi, ponga la base innanzitutto per un regime democratico “a fin di bene”, e poi affidi a chi governa un ruolo totalmente innaturale e incomprensibile. Soprattutto perché viene divulgato il mito del politico senz’altro più virtuoso del cittadino privato, il quale imbavaglia e ammanetta per il nostro bene. Scriveva Orwell che “la libertà è schiavitù”.

Lorenzo Zuppini

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4 comments

Fabio Crociato 20 Gennaio 2021 - 11:39

Con quale faccia il sindaco Sala parla di fumo (materia nella quale eccelle), quando in ogni piazza di Mi c’è un pusher o più pusher (manco fossero i vigili), per fornire la massa, e, punti vendita legali e soprattutto illegali di droga per i benestanti al par suo che non debbano fornirsi a rischio di telecamere! Sindaci contro il “lecca-lecca” ma che ci rendono matti! Sveglia.

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jason17 20 Gennaio 2021 - 11:44

Sono milanese di nascita ma non ci vivo più da decenni, fortunatamente, torno saltuariamente a trovare dei parenti e questo mi basta e avanza, ogni volta che sbarco alla Stazione Centrale mi sembra d’essere arrivato a Lagos. Ho smesso di fumare da 15 anni e sono stato un fumatore per quasi 20, queste restrizioni, a mio parere, sono intollerabili una continua coartazione delle libertà personali. Così iniziano e continuano le dittature, con il silente consenso delle persone che si piegano ad ogni provvedimento illiberale emanato. La scusa del diritto alla salute è ridicola, allora vietate, in primis, gli alcolici che sono una vera iattura per milioni di connazionali. Ovviamente non lo faranno mai, perché i viticultori sono una lobby potente ed inattaccabile. Per dare lezioni di moralità bisogna essere inattaccabili, questi pagliacci ” arcobaleno ” sono quanto di più lontano possa esservi; auguri ai miei concittadini originari, magari alle prossime elezioni comunali vi sveglierete!

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Demetrio merlo 20 Gennaio 2021 - 1:28

Cari camerati.. Sul divieto di fumare in certi spazi all aperto sono più che di accordo.. Perché mentre aspetto il bus devo respirare la merda cancerogena che emana un drogato tabagista?? Il suo tumore lo tenga per lui.. E perché Mentre cammino o corro al parco devo fare lo stesso?? E una questione di rispetto e di tutela per chi non aderisce alla avvelenamento di massa voluto dai produttori di tabacco.. Se vogliamo essere una razza forte dobbiamo presrvare la salute.. Ciao

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Evar 21 Gennaio 2021 - 6:28

Un mentecatto che fa rimpiangere Pisciapia.

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