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Non fatevi fregare dalle chiacchiere, la rabbia dei ristoratori รจ sacrosanta

by Lorenzo Zuppini
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ristoratori, io apro

Roma, 13 apr – Il popolo dei ristoratori non ha di fatto potuto manifestare il proprio malessere e il proprio sdegno. Piazza Montecitorio ieri era militarizzata come se le autoritร  si aspettassero un assalto alle istituzioni, quando invece lโ€™intenzione era banalmente si mostrare i volti e i corpi massacrati dopo mesi di chiusure e restrizioni. Non ne avevano diritto? Chissร , ma di certo ne avevano la libertร . Che poi la nostra carta costituente annoveri tra i suoi principi fondamentali il diritto a manifestare il proprio pensiero poco conta. Un diritto proviene sempre da un dettato normativo, anche se di rango costituzionale. La libertร  individuale, invece, preesiste a tutto ciรฒ ed รจ fondativa della dignitร  di ognuno di noi.

I ristoratori? Liberi di manifestare

Rimettere la nostra libertร  nelle mani di un Parlamento affinchรฉ questo la trasformi in diritto, significa concedergli la possibilitร  di non farlo o di farlo aggiungendo perรฒ delle condizioni affinchรฉ di tale diritto si possa godere. Dunque, il popolo dei ristoratori aveva piena libertร  di portare il proprio malessere di fronte agli occhi dei miopi governanti. Non sono stato accolti ma addirittura respinti, segno che quel luogo pubblico non appartiene piรน al popolo ma รจ divenuto parte del regno dei regnanti. E non รจ piรน di ognuno di noi la libertร  di decidere autonomamente della propria esistenza. Dallโ€™intervento del governo atto ad arginare la pandemia, siamo naturalmente scivolati verso una militarizzazione delle coscienze e verso una regolamentazione capillare di ogni singolo attimo della nostra vita.

Un Paese in scacco di una classe dirigente mediocre

Le relazioni, gli affetti, i sentimenti, ciรฒ che accade nelle nostre case private, รจ stato tutto inghiottito dai grandi burocrati dโ€™ispirazione sovietica che, come Stalin con i piani quinquennali, gestiva mese per mese, giorno per giorno, le nostre esistenze e le nostre attivitร . Per dirla coi sepolcri imbiancati di coloro che chiedono da un quarto di secolo che lโ€™Italia diventi normale, non รจ affatto normale che un Paese sia tenuto in scacco da una classe dirigente mediocre e incapace di progettare e programmare il ritorno alla quotidiana libertร , preferendovi lo scivolamento costante verso un sempre maggior stato di polizia.

I ristoratori avrebbero chiesto per quale dannato motivo, poste le ristrettezze economiche cui versa lโ€™Italia nonostante gli scostamenti di bilancio, il governo non abbia mai pensato di ovviare a questo limite intraprendendo la strada delle coraggiose riaperture. Ma non da adesso, bensรฌ un anno fa. Il trasporto pubblico intasato di pendolari fa a cazzotti coi ristoranti vuoti e sbarrati. La repressione della manifestazione dei ristoratori, dopo le altre mille vessazioni subite (si pensi allโ€™incoraggiamento alla delazione del vicino di casa), รจ lโ€™ultimo atto di una commedia tragica da cui ne stiamo uscendo con le ossa rotte.

Lorenzo Zuppini

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