Roma, 17 lug – “Comportamento gravemente scorretto nei confronti dei colleghi“, “violazione dei doveri di correttezza ed equilibrio” fino al tentativo “di condizionare l’esercizio di funzioni costituzionalmente previste, quali la proposta e la nomina di uffici direttivi di vari uffici giudiziari da parte del Consiglio superiore della magistratura”. Sono queste le principali accuse di cui dovrà rispondere l’ex numero uno dell’Associazione nazionale magistrati Luca Palamara. Indagato per corruzione dalla Procura di Perugia, l’ex boss della potente corrente delle toghe UniCost martedì 21 dovrà difendersi davanti alla sezione disciplinare del Csm.
“Discuteva della strategia per le nomine con il deputato Lotti”
Secondo l’accusa, basata su numerose intercettazioni captate dal cellulare dell’ex consigliere dell’Anm (da cui è stato espulso), Palamara “discuteva della strategia da seguire ai fini della nomina oltre che con alcuni componenti del Csm anche con una persona (Luca Lotti, deputato (del Pd, ndr) al Parlamento nazionale) per la quale la Procura della Repubblica di Roma ha richiesto il rinvio a giudizio, nel dicembre 2018, nell’ambito di una nota vicenda giudiziaria, di risonanza nazionale” (ossia il caso Consip), si legge nell’atto di incolpazione di Palamara.
Davanti alla sezione disciplinare anche 5 ex consiglieri dell’Anm
Davanti alla sezione disciplinare compariranno anche gli ex consiglieri del Csm Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, Antonio Lepre, Pierluigi Morlini e Luigi Spina, intercettati assieme a Palamara negli incontri che avvenivano in un hotel della capitale e in cui si trattava per assegnare le nomine degli uffici giudiziari. Secondo l’accusa, i cinque magistrati, all’epoca componenti del Csm, “in violazione dei doveri di correttezza ed equilibrio, tenevano un comportamento gravemente scorretto nei confronti degli altri colleghi” del Csm e “idoneo ad influenzare, in maniera occulta”, l’attività della V Commissione del Csm (quella per il conferimento degli incarichi direttivi), “in ragione della circostanza che, nella riunione tra di essi, tenuta nella notte del 9 maggio 2019 in luogo diverso dalla sede consiliare, venivano invitati a partecipare Luca Palamara, Cosimo Ferri (deputato ex Pd oggi Iv, ndr) e Luca Lotti – completamente estranei alle funzioni ed alle attività consiliari”.
Convocato anche il deputato renziano Ferri
Sempre martedì 21 luglio è stato convocato davanti alla sezione disciplinare anche il deputato renziano Ferri, fuori ruolo organico della magistratura. E’ accusato di aver tenuto “un comportamento gravemente scorretto nei confronti dei magistrati che avevano presentato domanda per il conferimento dell’ufficio direttivo di procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma (ed, in particolare, dei dottori Lo Voi, Creazzo e Viola)”.
Il sodalizio tra l’ex boss di UniCost e i dem
Inoltre Ferri, “benché estraneo alla funzione e all’attività consiliare ed espressione di altro potere dello Stato – insieme ai citati membri del Csm” e a “Palamara (sostituto presso la Procura di Roma e concorrente all’incarico semidirettivo di procuratore aggiunto presso il medesimo ufficio, e, dunque, direttamente interessato alla nomina dell’ufficio direttivo in questione)”, e a Lotti, “precostituiva e concordava, fin nei dettagli, la strategia da seguire ai fini di pervenire dapprima alla sua proposta di nomina e, quindi, alla successiva nomina di uno dei concorrenti” per succedere a Giuseppe Pignatone, a capo della Procura di Roma.
Adolfo Spezzaferro
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[…] che i magistrati erano perlopiù schierati a sinistra, venivi trattato come un complottista. Il caso Palamara, però, ha scoperchiato il vaso di Pandora, portando alla luce quello che gli italiani hanno sempre […]