Roma, 25 gen — I pezzi del corpo smembrato di Pamela Mastropietro disposti sul tavolo dell’autopsia, stampati sopra una maglietta bianca: così si è presentata in tribunale Alessandra Verni, madre della diciottenne violentata, uccisa, scuoiata, smembrata, fatta a pezzi, lavata con la candeggina, messa in due trolley e lasciata sul ciglio di una strada a Macerata il 30 gennaio 2018.
La mamma di Pamela Mastropietro con una maglietta choc
Oggi, a Perugia, si è aperto il processo d’appello bis che vede imputato il 33enne nigeriano Innocent Oseghale — già condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio della ragazza —, stavolta per il reato di violenza sessuale. L’immigrato è stato accolto con fischi e insulti al suo arrivo in tribunale. «Avete visto come me l’hanno ridotta?», ha detto ai giornalisti la madre della giovane mostrando la foto-choc sulla maglietta. Poi, in aula, ha ripetuto il gesto di fronte a Oseghale, seduto non molto distante da lei. «Mi aspetto che da questo secondo processo in appello esca una sentenza di ergastolo, e che l’imputato, Innocent Oseghale, resti in carcere a vita», ha dichiarato davanti al tribunale di Perugia. «E’ ciò che merita. Qualsiasi altra condanna la riterrò ingiusta», ha concluso la donna.
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[…] diminuzione complessiva della pena a carico di Oseghale, dunque, eventualità comprensibilmente avversata dai parenti di Pamela. Lo scorso 23 novembre era arrivata la decisione dei giudici di Perugia di […]