Roma, 16 mag – Si discute da tempo della necessità di una profonda riforma della giustizia. Questo in virtù dei continui scandali che colpiscono la nostra magistratura, ma non solo. Al netto delle preferenze politiche personali, appare chiaro come la fiducia dei cittadini nella giustizia sia ormai al minimo storico. Pertanto, analizzando l’annuncio sul piano almeno prettamente teorico, dovremmo ritenerci soddisfatti delle novità annunciate di recente dal guardasigilli Marta Cartabia.
La riforma della giustizia targata Cartabia è scritta dall’Ue
Eppure, siamo costretti a constatare che le eventuali misure, se attuate, rischierebbero di rivelarsi ulteriormente dannose. Stando alle linee programmatiche presentate dalla Cartabia si evince infatti il consueto (quanto deleterio) indirizzo proveniente da Bruxelles. Una chiara volontà dei burocrati Ue di indirizzare le decisioni governative, con conseguente cessione di ulteriore sovranità politica. Ne è chiara dimostrazione il ricatto esercitato – e fatto proprio dalla titolare della Giustizia – con il Recovery Fund: solo eseguendo le riforme (tra cui quella della giustizia) nelle modalità imposte dall’Unione sarà possibile ricevere quei prestiti. I nostri soldi in cambio, ad esempio, di una velocizzazione delle procedure di esecuzione e di recupero dei crediti: cosa ciò possa significare per un’economia portata allo stremo prima dalle imposizioni comunitarie e poi dai lockdown lo possiamo solo immaginare.
Tuttavia, è doveroso perseguire strade maggiormente autonome ed utili per raggiungere la rivoluzione giudiziaria di cui l’Italia ha bisogno. A partire dalla velocizzazione dei processi, passando dal primato della politica per arrivare alla garanzia d’imparzialità dei giudici: sono solo alcune delle priorità da offrire agli italiani nel prossimo futuro. Anche in ragione di ciò è certamente da apprezzare l’iniziativa, portata avanti dalla Lega e dai Radicali, riguardante l’ipotesi di tenbere un referendum in materia. Sottoporre un referendum sulla riforma della giustizia ai cittadini potrebbe rivelarsi scelta giusta per raggiungere la forza politica necessaria per scardinare il marcio che occupa “il sistema”.
Tommaso Alessandro De Filippo
1 commento
Le riforme della giustizia scritte dalla Ue sono molteplici e non riguardano solo l’ Italia e nazioni già aggregate, ma pure nazioni extra Ue! Sempre rifilate con il ricattino della paghetta a costo politico.
Incomprensibile e pure sospetto il fatto che in Italia i referendum debbano sempre avere targa “radicale”, vettura in continua follia progressista, atea e falsamente includente. Un vero buco nero.