
- Tanto per cominciare, Salah è un “nuovo europeo”. Figlio di immigrati marocchini, abitante della multiculturale Bruxelles, egli rappresenta tutto ciò che l’immigrazione vorrebbe essere e invece non è. Malgrado la stampa si sia sforzata di definirlo un “francese come tutti gli altri”, la sua storia rappresenta proprio l’esempio di una integrazione fallita, i cui elementi anziché fondersi tendono a separasi fatalmente, come in un’emulsione di acqua e olio.
- La storia della vita di Salah pre-conversione è inoltre un caso di scuola di quale sia la “koiné”, il modello culturale che sorregge questa pretesa integrazione: delinquente seriale, frequentatore di bar gay (non è chiaro se per scopi “ludici” o solo per rubacchiare portafogli), Abdeslam ha passato gran parte della sua vita adulta fumando hashish e giocando alla Playstation. Chi lo conosceva dice che non valeva neanche la pena andarlo a cercare prima delle 15, tanto non era sveglio. Per non farsi mancare nulla, il fratello “buono” (non Brahim, altro attentatore, ma Mohamed) è stato coinvolto in passato in una storia di sciacallaggio su cadaveri.
- È di queste ore la notizia che, la notte stessa dell’attentato, Salah è stato fermato tre volte da posti di blocco della polizia e lasciato andare. Anche questo è paradigmatico e dice la parola fine sull’ossessione securitaria e sull’illusione della protezione sorta dopo gli attentati.
- Prima dell’attentato al Bataclan, Salah è probabilmente stato in Siria, dove ha ricevuto istruzioni e addestramento dallo Stato islamico. In Siria sarebbe anche ritornato dopo gli attacchi, pur essendo l’uomo più ricercato d’Europa. La sua storia è quindi indissolubilmente legata al martirio di questa terra, diventata dall’oggi al domani il nemico pubblico numero uno per motivi inconfessabili, sottoposta a diffamazione mediatica martellante, destabilizzazione interna, isolamento esterno, attaccata infine da milizie jihadiste spacciate da tutti i giornaloni democratici per frange ribelli “moderate” e da operazioni militari occidentali sporchissime. Oggi, gran parte della Siria è l’inferno in terra e questo lo si deve solo, solo, solo all’Occidente. Salah Abdeslam è uno dei demoni di questo inferno. La responsabilità ricada su chi l’ha evocato. È vostro figlio, è il vostro idolo. Tenetevelo stretto.
Adriano Scianca
 
			         
														 
 
															
2 comments
L’informazione dei media crea quando vuole eroi , mostri , cattivi, buoni ,dipende cosa serve al momento
Quel ceffo ha fatto in Europa semplicemente quello che in fondo vorrebbero farci i suoi paesani o che ci faranno non appena si sentiranno abbastanza forti e numerosi.
Non so chi sia il personaggio dell’anno, ma sicuramente la cazzata dell’anno, anzi, degli ultimi decenni è che esiste un islam moderato.