Roma, 27 feb – Il 2017 si annuncia come l’annus horribilis dell’immigrazione. E se quelli passati, dal 2011 in poi, non vi sono sembrati propriamente anni felici, questo dà l’idea di cosa ci aspetti da qui ai prossimi mesi. L’emergenza è totale. Solo il 23 febbraio, 1700 persone sono arrivate in modo irregolare (dato che, per il Tribunale di Milano, non si può più dire “clandestinamente”) nel corso di 15 sbarchi diversi. Il giorno dopo, altri 975 immigrati, di cui 137 minori e un neonato venuto alla luce a bordo della nave norvegese Siem pilot, sono sbarcati a Palermo. Dal primo gennaio abbiamo avuto 9457 sbarchi, il 45% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, che hanno portato sulle nostre coste 10701 persone. In totale sono 176.225 gli immigrati attualmente presenti in Italia.
I tecnici del Viminale non nascondono la preoccupazione e, secondo le indiscrezioni riportate da Repubblica, dichiarano: “Se il 2016 è stato terribile, il 2017 si preannuncia orribile”. Previsioni catastrofiche che non lasciano sperare nulla di buono. I porti di Augusta, Catania, Trapani e Reggio Calabria sono le mete di sbarco più sotto pressione. La maggior parte dei nuovi arrivati proviene da Guinea (16%), poi Costa d’Avorio (12%), Nigeria (11%), Senegal (9%), Gambia (8%), Marocco (7%), Bangladesh (6%), Mali, Iraq e Pakistan (4, 3 e 2%). Non sfuggirà la totale assenza di siriani. La gran parte di questi Stati, anzi, non sembra avere neanche particolari problemi con guerre e miseria.
L’escalation di questi giorni potrebbe derivare da una sorta di “effetto annuncio” rispetto all’accordo con la Libia: i trafficanti di uomini non hanno la lentezza di trattati e patti internazionali, soprattutto quelli farlocchi, come in questo caso. Si sbrigano, quindi, per portarcene più possibile prima di una chiusura della rotta libica che sarebbe sin troppo ottimistico poter prevedere.
Adriano Scianca