Roma, 21 ott – Giro di vite all’ospedale israelitico di Roma: i carabinieri del Nas di Roma, insieme al personale del Gruppo, del Reparto operativo e del comando per la Tutela della Salute di Roma e coadiuvati dai reparti del comando provinciale di Roma, hanno dato esecuzione a 17 misure restrittive, di cui 14 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, nei confronti di altrettanti dirigenti, medici e operatori della casa di cura privata “Ospedale Specializzato Israelitico” di Roma.
I provvedimenti emessi dal gip del Tribunale di Roma sono riconducibili ai risultati di un’indagine, condotta dal Nas di Roma e coordinata da un pool della procura della Repubblica di Roma, relativamente alle ipotesi di reato di falso e truffa in danno della sanità pubblica.
Contestualmente all’esecuzione dei 17 provvedimenti cautelari, l’Autorità giudiziaria di Roma ha disposto il sequestro preventivo per equivalente pari all’ammontare di 7,5 milioni di euro. Si tratta, fanno sapere i carabinieri, “della somma riconducibile alla indebita richiesta economica eccedente le prestazioni realmente erogate della struttura ospedaliera”.
Già nel settembre del 2014 l’ospedale israelitico fu al centro di perquisizioni e indagini, che riguardarono anche il direttore generale dell’ospedale Israelitico, Antonio Mastrapasqua, già numero uno dell’Inps. Il nome di Mastrapasqua era emerso anche per una indagine risalente al 2009, quando un controllo dell’Asl Roma D su alcune prestazioni dell’Ospedale Israelitico di Roma, portò alla luce diverse incongruenze circa i rimborsi richiesti alla Regione Lazio rimborsi per alcuni interventi.
Giuliano Lebelli