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“Un sussidio alle madri che rinunciano ad abortire”. La proposta del comune di Iseo fa impazzire la sinistra

by Cristina Gauri
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incinta marocchino

Iseo, 7 ott – Un sussidio di 160 euro al mese per un anno e mezzo alle donne che rinunciano ad abortire e scelgono invece di portare avanti la gravidanza. E’ la soluzione proposta dal comune di Iseo (Brescia) per contrastare la piaga della natalità zero.

La mozione, approvata con il voto compatto della maggioranza dal Consiglio comunale, ha sollevato come prevedibile le polemiche della sinistra cittadina, che a quanto pare è più contenta di «tifare aborto» e il «diritto di scelta della donna» – che di fatto non viene intaccato, anzi: viene fornita una reale possibilità di scelta tra due opzioni –  piuttosto che sostenere concretamente iniziative a supporto della famiglia. Una mozione che invece il primo cittadino di Iseo, Marco Ghitti, ha difeso a spada tratta. «Non si può capire la scelta se viene estrapolata dal contesto del pacchetto di misure a sostegno delle famiglie» ha spiegato il sindaco. Alcuni istanti prima della votazione, il gruppo di opposizione Progetto Iseo, ha bollato la proposta come «strumentale ed inadeguata», e ha abbandonato l’aula consigliare.

La mozione, chiamata Sostegno alla vita nascente, è stata presentata dall’assessore al Bilancio Giovanna Prati. Centosessanta euro mensili per 18 mesi: l’idea è nata per contrastare il notevole calo di nascite registrato sul territorio comunale, tanto da arrivare alla chiusura dell’unico reparto neonatale dell’ospedale cittadino. Nonostante questo, «nessuno ha intenzione di forzare la mano su scelte che riguardano la sfera personale ma è necessario che il Governo si dia da fare per creare una politica massiccia a sostegno delle famiglie», ha precisato Ghitti. Le polemiche riguardo interruzione di gravidanza e politiche di sostegno alla natalità non sono di certo nuove ad Iseo: per 15 anni l’ospedale è rimasto senza medici che praticavano aborti in quanto tutti quelli impiegati erano obiettori di coscienza.  

Il bonus è stato definito come «sussidio alla maternità che fornisca alla donna intenzionata ad abortire, anche a causa di necessità economiche, la possibilità di avvalersi, dopo l’avvenuto rilascio del documento attestante lo stato di gravidanza e la richiesta di Ivg, di un intervento economico straordinario subordinato alla disponibilità della donna ad aderire a un progetto sociale individualizzato».

Cristina Gauri

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