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Tiburtino III è una polveriera: i cittadini chiedono lo sgombero dell’ex centro di accoglienza occupato

by Davide Romano
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Tiburtino III immigrati

Roma, 25 mag – Non si placa la rabbia dei residenti del Tiburtino III, quartiere della periferia est di Roma. Il rischio che la situazione possa degenerare è concreto. Da quasi una settimana si ripetono quasi con cadenza giornaliera manifestazioni spontanee di abitanti del quartiere che chiedono a gran voce lo sgombero dell’ex centro di accoglienza di via del Frantoio, occupato ormai un paio di settimane fa da alcuni immigrati clandestini di origine africana. Molti di loro probabilmente fanno parte del circuito dell’ex Baobab e sono supportati dagli attivisti dell’estrema sinistra romana, altri provengono con buona probabilità dagli accampamenti della stazione Tiburtina.

La manifestazione dei residenti del Tiburtino III

Ieri una nutrita delegazione di abitanti del quartiere si è recata nei pressi dell’ex centro d’accoglienza: lavoratori, anziani, madri, tutti preoccupati per il rischio sanitario rappresentato da una situazione fuori controllo, oltre che per il degrado in cui rischia di sprofondare nuovamente il quartiere. Il centro d’accoglienza di via del Frantoio venne infatti sgomberato nel 2018, dopo anni di proteste portate avanti da cittadini e rappresentanti di CasaPound. Adesso con l’occupazione da parte di decine di clandestini – che sembra tollerata dalle istituzioni capitoline e municipali – monta nuovamente la rabbia per una situazione aggravata anche dal rischio sanitario connesso all’emergenza Covid-19.

Un momento della protesta dei cittadini – Video

“Non possiamo tollerare l’arrivo di immigrati clandestini non identificati nel quartiere”, spiega Marco Continisio, rappresentante dell’associazione Tiburtino III millennio.
“Molte mamme e nonne sono preoccupate per la sicurezza dei loro figli e nipoti, che frequentano la materna nell’istituto adiacente agli stabili occupati. Già in settimana abbiamo depositato un esposto alla polizia e chiesto lo sgombero. Nei prossimi giorni vigileremo la zona, determinati a scendere nuovamente in piazza, ancora più numerosi se non verremo ascoltati”.

Davide Romano

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