Trento, 7 set – Fine della latitanza per l’orso M49. Dopo una fuga di 42 giorni l’orso M49 è stato catturato sulle montagne del Lagorai, nel Trentino orientale, dagli uomini del Corpo forestale provinciale. L’avvenuta cattura dell’orso fuggitivo, ribattezzato Papillon in onore al famoso romanzo da cui è stato tratto l’altrettanto celebre film con Steve McQueen e Dustin Hoffman, viene comunicata dalla Forestale trentina.
La Forestale rende noti anche i particolari della operazione; per la cattura è stata utilizzata una trappola a forma di tubo, che aveva già dato ottima prova per precedenti catture di plantigradi. Una delle parti più complesse è stata senza dubbio l’individuazione dell’animale, dal momento che M49 era riuscito a strapparsi il radiocollare, munito di rilevatore GPS, rendendosi così virtualmente invisibile e complicando i piani dei militari.
La fuga dell’orso ha naturalmente riproposto la delicata questione dei rapporti tra uomini e animali selvatici, una questione che molto spesso ha per protagonisti orsi, cinghiali e lupi: a fronte, infatti, di autentici fan dell’orso fuggitivo e di animalisti che spesso hanno una visione disneyficata degli animali, si sono registrate le preoccupazioni degli abitanti delle località trentine, i quali sanno bene che un orso selvaggio non corrisponde all’idea edulcorata di una bestiolina simile a un pelouche. In questa contrapposizione si era registrata la presa di posizione del sindaco Luca Gadenz che si era detto disposto ad «adottare» l’animale: più in generale i fan di M49 reclamavano un ritorno pacifico in un habitat congeniale per l’orso fuggiasco.
Una scia di bestiame ucciso
In realtà, se si smette di considerare la nuvoletta rosa su cui sembrano essersi trincerati i fan dell’animale, M49 nella sua fuga durata più di un mese si è lasciato dietro una scia di animali ammazzati, soprattutto capre. Il che significa un danno economico consistente per gli allevatori della zona, che di allevamento ci vivono. L’orso è stato quindi relegato entro il recinto faunistico di Casteller di Trento, unica struttura in Trentino capace di ospitarlo, dove sono già rinchiusi M57 (preso ad Andalo la settimana scorsa) e l’orsa Dj3 (che vi si trova reclusa da anni).
Le reazioni
La notizia è stata accolta positivamente dalla Coldiretti: «La cattura fa tirare un sospiro di sollievo a chi vive la montagna e si sente indifeso di fronte ai pericoli di un esemplare del quale è stata scientificamente accertata l’aggressività, responsabile da solo del 30 per cento dei danni provocati dagli orsi presenti in Trentino».
Mal di pancia diffuso, invece, tra gli animalisti. «Sedato, castrato e catturato nuovamente con una trappola a tubo: basta accanimento contro M49» ha denunciato la Lav chiedendo che «sia applicata la procedura prevista dal Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (Pacobace) ovvero che l’orso venga nuovamente provvisto di radiocollare, rimesso in libertà consentendogli così, tra poco, di andare in letargo». Il Wwf invece auspica «che l’orso M49 venga rimesso in libertà, ma se la Provincia autonoma di Trento si ostinasse nella sua politica poco lungimirante chiediamo con forza che la captivazione di M49 avvenga in una struttura adeguata, ampia e che rispetti il benessere psico-fisico dell’animale». Tuona l’Enpa definendo la cattura un «atto estremo di una ignobile persecuzione dell’animale simbolo della biodiversità, della libertà e della natura. Un orso che non si è mai reso colpevole di nessun atto di aggressione verso gli umani ma che è diventato suo malgrado elemento di gioco politico».
Cristina Gauri
1 commento
ma che vadano al diavolo…
gli orsi NON possono convivere liberi con gli esseri umani,in una nazione antropizzata come la nostra.
noi non siamo la russia,la taiga,la tundra,il canada,il nord america…
dove queste bestie possono vagare per migliaia di km senza incontrare una persona.
qui in italia al di sotto dei 2500mt di quota,non c’è UN METRO QUADRATO di territorio dove non ci sia una casa,una fattoria,una pista ciclabile,un allevamento,un campo coltivato,
un frutteto un sentiero di escursionisti…
e non c’è MQ dove non passi qualcuno,di corsa,camminando o in bicicletta…a maggior ragione fuori dalle zone trafficate.
io non capisco…
ma che diavolo dice il cervello a questi invasati?
come fanno a non capire che un orso non è un lupo,che se ne sta lontano:
non si fa il minimo problema ad avvicinarsi ai centri abitati…
come non si fa problemi a entrare nelle case o nelle fattorie
è una FIERA,esattamente come un leone o una tigre.
quale italiano accetta di vivere vicino a leoni e tigri liberi,a fare la parte della preda?
solo un imbecille animalista che vive nel centro di milano o roma:
ANIMALISTI…CON LA PELLE DEGLI ALTRI.