Roma, 20 mar – Nel silenzio più assoluto, e senza nessuna reale opposizione, la riforma degli istituti tecnici e professionali voluta fortemente dal ministro Valditara continua ad andare avanti senza alcun reale intralcio. Una “legge fantasma” imposta dall’alto di cui nessuno parla ma che, una volta partita definitivamente, segnerà l’ennesimo colpo alla scuola italiana. “Insisto molto sul fatto che la scuola che ho in mente mette al centro la persona. Non esiste un modello unico di intelligenza, ma tante. Non dobbiamo avere paura delle differenze delle scuole, perché altrimenti restiamo alla scuola piramidale, con l’istruzione tecnica e professionale in fondo”. Queste le parole di Valditara durante il suo intervento a Fiera Didacta.
La riforma Valditara distrugge parte della scuola pubblica
Parole che dovrebbero essere accolte da tutti con ferma decisione, sebbene il reale contenuto di questa “rivoluzione” (così chiamata dal governo) incarni l’esatto opposto. In realtà, come già spiegato, questo ritorno alla vecchia scuola di “avviamento” condannerebbe a morte certa gran parte della scuola pubblica. Quindi nulla a che vedere con lo stimolo di “una visione innovativa” paventato dallo stesso Valditara. Questo rivolgimento della scuola pubblica, uno dei più grandi degli ultimi decenni, rischia solamente di dare in pasto ancor di più ai privati l’istruzione tecnico-professionale attraverso la connessione diretta tra gli istituti e corsi para-universitari come gli ITS, i quali non sono nient’altro che emanazione diretta di Confindustria. “Libertà e lavoro nella scuola” afferma il ministro, peccato che l’unico orizzonte per gli studenti sia quello di un maggior sfruttamento attraverso l’aumento dell’alternanza scuola-lavoro e sempre più spazio di manovra per privati e grandi multinazionali.
Lo studente sempre più abbandonato
L’impianto di questa riforma implica una brusca svolta iper-privatizzante per la già martoriata scuola pubblica. Nonostante Valditara abbia affermato che non sarà una scuola “dove gli imprenditori potranno venire ad insegnare”, la sostituzione dei docenti con formatori privati e rappresentanti di imprese sembra segnata. L’intera opera del centrodestra al governo sulla questione scuola e le idee più volte espresse dallo stesso Valditara non potevano che culminare in questa riforma: in sintesi più alternanza, più sfruttamento e più privatizzazioni. La svendita della scuola è ormai verso un ppunto di non ritorno.
Andrea Grieco