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Violenza sulle donne, così nascondono l’abnome impatto degli immigrati

by Nicola Mattei
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Roma, 23 nov – Come si confeziona una notizia sgradita, ma della quale non si può non dare conto? Chiedete ai media mainstream, che sono quasi unanimemente riusciti nel mirabile intendo di attribuire agli italiani le maggiori responsabilità della violenza sulle donne mentre citano dati che segnalano come siano gli immigrati ad avere una propensione ben maggiore a commettere odiosi reati di tal fatta.

Il gioco è sottile. E proprio su questa sottigliezza gioca l’equivoco su cui ci si getta a capofitto. Il trucco è tutto statistico: “Vittime e carnefici italiani nell’80 per cento dei casi” si legge a caratteri cubitali ad esempio su Repubblica. Se è vero che il titolo fa buona parte di un pezzo, il quotidiano del gruppo L’Espresso pare aver subito ed agevolmente individuato il colpevole.

Peccato che, all’interno dell’articolo, la percentuale cominci già a scendere: “carnefici italiani nel 74 per cento dei casi”, viene spiegato, citando un recente rapporto della Polizia di Stato. E peccato anche che, per arrivare al totale, manchi all’appello un 26% di episodi che, giocoforza, devono riguardare cittadini stranieri. Gli italiani restano dunque indubbiamente in maggioranza, ma per un motivo molto semplice: sono maggioranza in Italia. Lecito quindi che commettano, in valore assoluto, più reati.

Violenza sulle donne: un ripasso di statistica

Ogni statistica che veda una popolazione suddivisa secondo un criterio (nel nostro caso la nazionalità) deve però, per potersi dire completa, necessariamente comprendere anche il relativo insieme di riferimento. Vale a dire: bene, gli italiani commettono più violenza sulle donne, ma con quale “intensità”?

Qui casca il proverbiale asino – forse un ripasso dei concetti elementari gioverebbe – perché l’accusa lanciata avrebbe senso solo se gli italiani fossero il 74% della popolazione e gli stranieri il 26%. Peccato che non sia così: gli stranieri rappresentano infatti meno del 9% dei residenti. Questo significa che hanno una propensione ben maggiore – tripla, lo ripetiamo: tre volte tanto – a compiere atti di violenza sulle donne, anche se nel complesso risultano meno denunce a loro carico. Il che è perfettamente comprensibile, dato che sono una minoranza entro i nostri confini.

Nicola Mattei

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1 commento

Randagio 24 Novembre 2019 - 5:02

Che dire …….. se non che lessicalmente mentire è oramai la norma, ma come diceva un mio vecchio amico “i numeri non mentono mai !”

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