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Favorire il collasso del sistema. L’accelerazionismo e l’illuminismo oscuro di Nick Land

by Emanuele Fusi
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Roma, 12 mar – Il termine accelerazionismo nacque negli anni ’70 per indicare un gruppo di rivoluzionari che voleva portare la società a un livello superiore, trasformando improvvisamente la sua attitudine nei confronti nella tecnologia. Questo movimento, crebbe grazie alla fantasia di un giovane scrittore di fantascienza, Roger Zelazny, e del suo romanzo Il Signore della Luce (premio Hugo nel 1967, pubblicato in Italia nella collana Urania).

Spingere il capitalismo oltre i suoi limiti

Successivamente e recentemente, l’accelerazionismo si è trasformato in una ideologia politica che inizia ad avere seguito in tutto il mondo occidentale, basata sull’idea che il capitalismo, o vari processi ad esso collegati, debbano essere approfonditi o “accelerati” per favorire un cambiamento radicale di paradigma. In sostanza, “l’accelerazionismo” diviene il processo attraverso il quale il capitalismo viene spinto oltre i suoi limiti e portato ai suoi peggiori eccessi per provocare una risposta anticapitalista, affinché emergano i veri mali del sistema in modo tale da portare i popoli alla rivolta contro di esso, e così al suo superamento.

Gli ideologi dell’accelerazionismo insistono sul fatto che l’unica risposta politica radicale al capitalismo non sia quella di protestare o criticarlo, né di attendere la sua scomparsa per mano delle sue stesse contraddizioni, ma di accelerare il suo processo alienante, sradicante e dissolutivo, secondo la nota teoria che “il male non va combattuto ma deve fare il suo corso”; ma in tal caso si cerca di accelerare il corso stesso del “male”.

L’accelerazionismo di “sinistra”

Esistono due visioni di accelerazionismo, con scopi e mete opposte, pur partendo dal medesimo punto di contatto: una di destra e una di sinistra. La corrente di sinistra si basa un libro intitolato Manifesto per una politica accelerazionista di Alex Williams e Nick Srnicek, che nel 2013 delinea le basi di questa nuova corrente. La crisi economica iniziata nel 2008 – e le fallimentari risposte di Occupy Wall Street della sinistra radicale statunitense – diventano il seme da cui prende avvio l’accelerazionismo di sinistra, teorizzato poi da Nick Srnicek e da Alex Williams nel già citato Manifesto accelerazionista; che verrà poi ampliato e rivisto nel saggio Inventare il Futuro. 

L’accelerazionismo di sinistra veniva solitamente considerato “un piano per accelerare il capitalismo, intensificando lo sfruttamento e l’alienazione causati dallo sviluppo tecnologico, con l’obiettivo di far collassare l’intero edificio sotto il peso delle sue contraddizioni e aprire così le porte a qualche forma di comunismo ad alto tasso tecnologico”.

Ma in realtà i teorici dell’accelerazionismo come Srnicek e Williams, immaginano al contrario un mondo in cui la tecnologia e l’automazione siano in grado di liberare l’essere umano dalla prigione del turbocapitalismo, che ha creato un mondo del lavoro schizofrenico (e che ha causato, come affermava Fisher, un enorme aumento dei casi di disturbi mentali). L’accelerazionismo abbandona così la visione distopica e diventa al contrario un’ideologia utopistica.  L’utopia accelerazionista di sinistra punta quindi a intensificare l’automazione del lavoro, in modo che siano i robot a svolgere la maggior parte dei lavori, permettendo così all’essere umano di arrivare a una società post-lavoro; in cui si sia liberi di fare solamente i lavori che si ritengono più adatti oppure di non lavorare proprio. Ma come si arriva fino all’avvento della società senza la schiavitù del lavoro?

Il primo passo sarebbe la riduzione dell’orario di lavoro, in modo da costringere le aziende ad aumentare il tasso di automazione e limitare così l’impiego di forza lavoro umana. Questo dovrebbe innescare un meccanismo che porterà a uno sbocco inevitabile: il reddito di base universale, una retribuzione che consenta a chiunque, senza condizioni, di avere una vita dignitosa. Un reddito di base che, però, non deve sostituirsi al welfare, ma aggiungersi ad esso; prendendo le risorse necessarie grazie ad una forte tassazione delle imprese che impiegando sempre meno forza lavoro, ma che al contempo – sul lungo termine-  aumenteranno a dismisura i loro profitti.

Nick Land e l’accelerazionismo di “destra”

La corrente di destra ha invece il suo punto di riferimento nella figura storica  dell’accelerazionismo: Nick Land, filosofo dell’università britannica di Warwick che nei primi anni ’90 inizia a teorizzare la necessità di un capitalismo sempre più brutale e sciolto dalle catene della politica, in grado di sfruttare al massimo le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie. Non importa se ciò avrà come conseguenza il collasso del capitalismo, o l’avvento di una società distopica e disumana. Ciò che conta è che l’essere umano smetta di illudersi di poter controllare i processi economici e tecnologici e lasciare invece che questi si compiano liberamente e velocemente, portando a un futuro di fusione uomo-digitale e automazione assoluta.

Nel 1998 il Movimento Accelerazionista di Land inizia a sfaldarsi a causa di dissidi con altri collaboratori, ma Land ricomparirà qualche anno più avanti a Shanghai, estasiato da una Cina che appare come “il più grande motore politico di sviluppo economico e sociale che il mondo abbia mai visto”. Una nazione che, grazie all’unione di capitalismo e marxismo, e a uno sviluppo che cresce a ritmi frenetici, incarna per tanti versi lo spirito accelerazionista.

Dark enlightenment, l’illuminismo oscuro

Land si trasforma nel teorico del cosiddetto “illuminismo oscuro” (dark enlightenment) e del movimento neoreazionario (NRx), che rifiuta l’egualitarismo e unisce conservatorismo sociale e iper-liberismo. In questo modo Land è diventato uno degli autori di riferimento della Alt-right, la corrente di destra radicale americana che ha giocato un ruolo fondamentale nell’elezione di Donald Trump. In alcune di queste teorie, inoltre, è facile ritrovare alcuni dei concetti espressi da Peter Thiel – il miliardario che oltre ad aver fondato PayPal, è stato tra i primi finanziatori sia di Facebook che sostenitore di Trump.

Nei suoi ultimi lavori, Land si è focalizzato sempre di più sulla difesa del razzismo scientifico e dell’eugenetica, o di ciò che egli stesso ha etichettato con il termine “iper-razzismo” (hyper-racism). Da qualche anno la dottrina è stata presa in mano anche dal nazionalismo bianco statunitense e dai vari gruppi dell’estrema destra americana. La idea di base dei gruppi suprematisti, cospirazionisti e “anti-New World Order” – e assai spesso collegati alle milizie armate separatiste – afferma che gli Stati Uniti dl’America sono destinati al collasso, in quanto l’America è oramai socialmente incancrenita e malata al suo interno da contraddizioni troppo radicali e non riformabili.

E così, invece che tentare di fermare questo processo disgregativo in nome del passato e delle tradizioni – o di rallentarlo come farebbe la destra mainstream – gli accelerazionisti di destra sostengono la necessità di renderlo più veloce. Sono a favore dell’accelerazione se essa comporta la fine del Sistema. Pensano anche che quello che vale per l’America varrà poi per il resto del mondo – cosa che nel campo dei gruppi dell’estrema destra è vera, dato che le idee americane sono adottate anche da altri gruppi in altri paesi.

La premessa della dottrina accelerazionista di destra è che questo sistema politico non offrirà mai ai suprematisti bianchi quello che desiderano, ossia  un etno-stato governato secondo il principio della purezza della razza. L’America attuale sarebbe disegnata apposta per eliminare ogni tentativo di separazione etnica, e i nazionalisti bianchi si sentono imprigionati dentro un sistema che è già dalla partenza impostato contro le loro idee. Ma se l’America si frantumasse in tanti territori sconnessi tra loro, allora sarebbe  più facile per i nazionalisti  bianchi organizzarsi in milizie armate per reclamare il loro etno-stato di soli cittadini bianchi, e imporre la separazione etnica dalle altre minoranze, e costruire uno Stato basato sulla purezza razziale.

Questo tipo di accelerazionisti di destra sono convinti che ci sia una post-America dietro l’angolo che prenderà il posto degli Stati Uniti come li conosciamo adesso – che ormai hanno imboccato la fase terminale del loro ciclo di vita. In tal senso anche le numerose produzioni televisive che parlano di apocalissi zombie e di sopravvissuti che si arrangiano come possono, non sono che una variazione sul tema dell’avvento della post-America, dove ognuno dovrà pensare per sé e soltanto i meglio organizzati e i più consapevoli avranno chance di sopravvivere.

Un personaggio spietato della serie “Game of Thrones” a un certo punto pronuncia una frase che è un riassunto dell’accelerazionismo per come lo vede l’estrema destra americana: “Chaos isn’t a pit. Is a ladder” : “Il caos non è un fosso nel quale si cade, è una scala che può essere usata per salire”.

Emanuele Fusi

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4 comments

Jams 12 Marzo 2020 - 1:59

in generale, il film si è rivelato ambiguo … c’è qualcosa a cui pensare

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rino 12 Marzo 2020 - 2:59

Sembrano i cristiano-sionisti o cristiani rinati, molto diffusi in USA. Costoro sostengono che per accelerare la seconda venuta di Cristo bisogna favorire il ritorno degli ebrei in terrasanta. Non sarebbe nemmeno così campata in aria questa ipotesi considerando come il fondamentalismo cristiano dei puritani abbia impregnato le menti di quella gente..

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Piero 13 Marzo 2020 - 11:19

Guazzabugli sconnessi, rimasticazioni di Ayn Rand… Da sempre tentazione suprema degli americani (totalmente incapaci di partorire e sviluppare una teoretica seria e coesa).
Diffidate sistematicamente di questi guru – che guardacaso predicano SEMPRE E COMUNQUE a favore di un liberismo estremo!), e se cercate modelli di riferimento per il futuro… Guardate al passato! Alle nostre radici autentiche, alla nostra Tradizione, che lungi dall’essere qualcosa di mitologico e/o fantastico, rappresentò una ben tangibile evidenza per il mondo – come le rovine di Roma od Atene ancora dimostrano a quanti sappiano osservarle davvero, e non solo utilizzarle cone scenografia per un selfie.

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