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Corsica e Italia/5: il nazionalismo corso dopo il 1945

by La Redazione
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Quinta puntata dell’inchiesta sui rapporti fra Corsica e Italia. Le precedenti puntate:

Roma, 16 lug – Nel secondo dopoguerra le autorità francesi in Corsica dispiegarono una forte propaganda contro ogni forma di irredentismo filo-italiano, di autonomismo corso, di rivendicazione del legame culturale e linguistico tra Italia e Corsica e dell’uso dell’italiano e del corso nell’isola. La derubricazione strumentale e intellettualmente disonesta dell’identitarismo corso tra le due guerre a una forma di collaborazionismo filo-fascista ebbe l’effetto di porre fine a ogni forma di irredentismo filo-italiano e di rivendicazione dell’uso della lingua italiana in Corsica, ma le vicende accadute degli anni ’60 in poi fecero fallire completamente il progetto di integrale francesizzazione dell’isola.

Nel 1957 vennero create due società a capitale misto statale e privato, la Somivac (“Société d’économie mixte pour la mise en valeur de la Corse”) e la Setco (“Société pour l’équipement touristique de la Corse”). Quest’ultima fu un sostanziale insuccesso. La Somivac, invece, destinò il 90% dei propri terreni agricoli destinati alla viticoltura, originariamente promessi ai Corsi, ai c.d. “Pieds-Noirs”, i profughi francesi rimpatriati dall’Algeria indipendente. L’arrivo di circa 15.000 “Pieds-Noirs” – spesso con braccianti magrebini al seguito – nell’isola fu visto dai Corsi come una misura coloniale della Francia e unitamente alle discriminazioni perpetrate a sfavore dei Corsi da parte della Somivac, generarono una forte reazione da parte della popolazione autoctona.

Nel 1968 videro così la luce, come reazione ai fatti sopra riportati, il Frc (“Fronte regionalista corso”) e l’Arc (“Azione Regionalista Corsa”, poi “Azione per la rinascita della Corsica”). Il 18 agosto 1975 Edmondu Simeoni (Arc) occupò con 21 persone l’impresa agricola di un “Pied-Noir”, provocando l’intervento delle forze speciali francesi, lo scioglimento dell’ARC (29 agosto 1975) e gravi incidenti di piazza a Bastia, con un gendarme ucciso e carri armati per strada. Nel 1976 nacque, dalla fusione tra “Fronte Paesanu Corsu di Liberazione” “Ghjustizia Paolina”, il Flnc, “Fronte di Liberazione Naziunale Corsu”, dedito ad atti di resistenza armata contro il governo francese per molti anni e dotato di un proprio braccio politico legale (“Cuncolta Nazionalista”) dal 1987.

Nel 1977 Edmondu Simeoni fondò la “Unione di u Populu Corsu”. I nazionalisti corsi avevano intanto presentato una serie di rivendicazioni tra cui il riconoscimento della lingua corsa e l’introduzione del bilinguismo, la riapertura dell’Università di Corte, fondata da Pasquale Paoli e chiusa con la conquista francese della Corsica, la tutela dell’ambiente e la lotta alla cementificazione selvaggia. Il governo francese, in risposta alle rivendicazioni corse, dispose già dal 1972 la creazione del Parco Naturale Regionale della Corsica (che copre il 40% circa della superficie dell’isola) e riaprì nel 1981 l’Università di Corte. Nel 1975 la Corsica, fino ad allora appartenente alla Regione “Provence-Alpes-Côte d’Azur”, fu elevata a 22° Regione della Repubblica Francese. Sempre nel 1975 l’unico Dipartimento corso fu diviso nei due attuali Dipartimenti di Ajaccio e Bastia, corrispondenti alle regioni storiche del “Pumonte” e del “Cismonte”, come nel periodo 1793-1811.  Nel 1982 fu concesso il nuovo Statuto Regionale. Dagli anni ’90, nonostante sporadici eventi di lotta armata (come l’assassinio del prefetto Claude Erignac il 6 febbraio 1998 ad Ajaccio), i nazionalisti corsi cominciarono a mietere successi elettorali di notevole portata“Corsica nazione”, sorta nel 1992 dalla fusione di vari movimenti nazionalisti corsi e guidata da Jen-Guy Talamoni, ottenne nello stesso anno il 20% dei consensi alle elezioni per l’Assemblea regionale Corsa. “Corsica Libera”, sorta il 1° febbraio 2009 dalla confluenza di “Corsica Nazione” con “Accolta naziunale corsa” dell’ex consigliere regionale Pierre Poggioli, sotto la guida di Jen-Guy Talamoni e portatrice di un programma nazionalista radicale (cioè indipendentista), ottenne nel 2010 il 9,85% dei consensi e 4 seggi al secondo turno delle elezioni per l’Assemblea Regionale femu a corsica gilles simeoniCorsa. “Femu a Corsica”, coalizione “nazionalista moderata” (cioè autonomista) guidata da Gilles Simeoni (figlio di Edmondu, avvocato e sindaco di Bastia dal 2014) e Jean-Christophe Angelini (segretario del “Partitu di a Nazione Corsa”, fondato nel 2002 dalla fusione della “Unione di u Populu Corsu” con altri due movimenti) ottenne nel 2010 il 25,89 % dei consensi e 11 seggi al secondo turno delle elezioni per l’Assemblea Regionale Corsa.

Maggiore autonomia fu concessa alla Regione con la sua elevazione nel 1991 a “Collectivité territoriale de la Republique”, dotata di un Consiglio Esecutivo con il proprio Presidente e di un’Assemblea, entrambe con sede ad Ajaccio, e con la Legge sulla Corsica del 2002. Il referendum per l’ampliamento dell’autonomia regionale con la soppressione dei due Dipartimenti e il trasferimento delle loro funzioni alla “Collectivité territoriale” di Corsica fu respinto nel 2003, a causa dell’opposizione dei gollisti fedeli al tradizionale centralismo francese e di una parte dei nazionalisti corsi, timorosi che tale parziale e insoddisfacente concessione avrebbe indebolito le istanze di autogoverno dell’isola. Il 7 agosto 2015 la legge sulla nuova organizzazione territoriale della Repubblica Francese ha concesso infine alla Corsica una nuova organizzazione territoriale: a partire dal 1° gennaio 2018, la nuova “Collettività di Corsica”, collettività a statuto particolare ai sensi dell’art. 72 della Costituzione, assorbirà l’attuale “Collettività Territoriale di Corsica” e i due Dipartimenti della Corsica del Sud e dell’Alta Corsica.

Luca Cancelliere

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