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“Delitto alla Farnesina”: il giallo umoristico che regala amari sorrisi

by Tommaso Alessandro De Filippo
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Roma, 10 luglio – La Verità e Panorama hanno recentemente pubblicato il nuovo testo di Daniele Capezzone, Delitto alla Farnesina. Esordio dell’autore nell’ambito del giallo umoristico, incentrato su intreccio tra palazzi del potere, ambiente mediatico e politico liberal, specchio della società italiana e delle sue istituzioni attuali.

La trama

La vita di Michele Morabito, commentatore politico ed ex parlamentare, è stravolta da un fatto di cronaca nera, che gli imporrà di impegnarsi in prima persona per giungere alla risoluzione del dilemma. Tuttavia, in quella che sembrerebbe un’opera totalmente di fantasia sono contenute analisi e denunce della nostra agorà politica e delle caratteristiche umane: la gelosia, l’invidia, l’arroganza e la prepotenza di chi ha ottenuto qualcosa dalla vita grazie a fortuna o conoscenze giuste, non per fattori meritocratici, che si scontra con il garbo e l’impegno di chi è determinato a contare soltanto sulle proprie capacità individuali.

Così, una lettura scorrevole e piacevole ci spinge a riflettere e sorridere amaramente: in un paese che si ritiene debba rinascere e ripartire dall’impegno di ogni singolo cittadino, volenteroso di migliorarsi e costruire un’adeguata classe dirigente, le istituzioni che esempio danno? Spesso non sono altro che lo specchio della volontà o dello sfinimento popolare: un senso di stanchezza ideologica mista a rassegnazione che rifiuta la possibilità di provare a modificare lo status quo.

Il singolo contro il sistema

È questo il fulcro emergente dal testo di Capezzone che dovrebbe spaventare e farci riflettere: ritenere impossibile da cambiare ed accettabile un declino umano, valoriale e, di conseguenza, lavorativo e professionale potrà esclusivamente condurci all’eutanasia della meritocrazia e dello stato democratico. Soltanto il singolo individuo potrà evitare di rassegnarsi all’involuzione e provare a migliorare la sua persona, per fortificare di fatto la comunità tutta. Una strada percorribile attraverso la convinzione di non dover abbandonare lo scenario che viviamo quotidianamente al declino, impegnandoci a rifiutare la mediocrità che contraddistingue spesso chi decide delle nostre vite, e si tramuta in prepotenza e cattiveria.

Tommaso Alessandro De Filippo

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