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Fusaro scrive sul Primato Nazionale. E la sinistra rosica

by La Redazione
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Roma, 4 mag – Non c’è niente da fare: più la sinistra cerca di apparire “giovane”, e più si sente invece quella insopprimibile puzza di vecchio. Prendiamo il caso più recente, che ha mandato nel pallone tutto il compagnume fighetto del web. Diego Fusaro, filosofo e volto noto della televisione, pur essendo di formazione marxista, ha iniziato ieri la sua collaborazione settimanale con il Primato Nazionale, inaugurando la sua rubrica dagli echi kantiani La ragion populista. Questa scelta era stata spiegata in questi termini dalla redazione del nostro quotidiano: «Abbiamo [noi del Primato e Fusaro] origini differenti e visioni non sempre convergenti, ma la stessa volontà di uscire dalla gabbia del mondialismo». Insomma, l’obiettivo era chiaro: superiamo gli ormai logori steccati ideologici e iniziamo a parlare del nostro comune nemico (il globalismo capitalista e livellatore) e del nostro comune referente (il popolo).
Dal momento, però, che la sinistra mainstream ha ormai mandato in soffitta qualsiasi velleità rivoluzionaria per appecoronarsi al pensiero dominante, ecco che arriva subito Sua Fighettosità Chistian Raimo, direttore dello chicchettosissimo Internazionale, che così commenta la collaborazione di Fusaro al Primato: «È una notizia importante, per tutti coloro che pensano che il fascismo non sia una cultura politica, che bastano due norme tipo legge Fiano per togliere i gagliardetti di Predappio, che CasaPound è folklore, etc. I fascisti del terzo millennio intanto fondano case editrici e giornali, scrivono, elaborano pensiero, vanno in cerca di un’egemonia culturale, a forza di grandi sostituzioni, populismi di destra, nazionalismi retrotopici. Fa ridere? Sempre meno. Essere antifascisti oggi vuol dire contrastare questo pensiero, combatterlo nella pratica politica, né liquidarlo né minimizzarlo. Fusaro è un avversario reale. Ributtante dal punto di vista intellettuale, ma reale. […] Lo strumentario contro il pensiero di destra di Furio Jesi va aggiornato, non basta più». Tutto molto interessante, ma c’è un problema: Raimo, nel suo sfogo facebookiano, linka un suo vecchio articolo che vorrebbe fornire un “ritratto del neofascista da giovane”. Si tratta in realtà dell’ennesima ricerchina rabberciata sulle “nuove destre”, condita qua e là da basso dossieraggio antifascista. Il confronto con il pensiero del “fascismo del terzo millennio”, invece, praticamente non c’è, perché Raimo si limita a presentare – banalizzato – questo pensiero per poi meglio liquidarlo con i soliti luoghi comuni da liberal semicolto. Fine.

Non molto meglio ha fatto anche Giornalettismo, il quotidiano online della Innocenzi, la pupilla del decaduto Santoro. Il caso di Giornalettismo è eloquente, perché dimostra come la sinistra abbia fallito miseramente nell’appropriarsi dello stile politico populista: si vorrebbero gggiovani e à la page, ma finiscono poi per tornare ai loro toni solenni e ieratici da curati di campagna e per esortare alla più vecchia e frusta delle battaglie (la vigilanza antifascista). Dove ogni salmo finisce in gloria e il rodimento di fegato è, come sempre, assicurato.
Vittoria Fiore

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6 comments

Tony 4 Maggio 2018 - 4:40

…il più colto, a sinistra, raccoglie stanghette di occhiali colorati, accavallando le magre zampe, in comodi divani televisivi..

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Tony 4 Maggio 2018 - 4:47

EZRA POUND
’albero m’è penetrato nelle mani
L’albero m’è penetrato nelle mani,
La sua linfa m’è ascesa nelle braccia,
L’albero m’è cresciuto nel seno –
Profondo,
I rami spuntano da me come braccia.
Sei albero,
Sei muschio,
Sei violette trascorse dal vento –
Creatura – alta tanto – tu sei,
E tutto questo è follia al mondo

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Pedro 4 Maggio 2018 - 5:57

Il ragazzo si chiamava Emilio Guarnaschelli e fu uno dei tanti illusi che fecero una brutta fine nei Gulag.

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Pedro 4 Maggio 2018 - 6:14

Emilio Guarnaschelli
scappò nel paradiso sovietico dall’Italia fascista. Voleva tornare in Italia quando si rese conto di cosa fosse il regime comunista.
Morì in un Gulag.

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Burgesium 6 Maggio 2018 - 12:02

Fusaro vede lungo. Nel laboratorio italiano c’è il PD che cambia continuamente il nome ma le sue idee e soluzioni sono fossilizzate a 30 anni fa. C’è Forza Italia con Berlusconi ed il suo proteggere un sistema fallito ed immondo. C’è Salvini che avrebbe dovuto eliminare il “padre” per prenderne il suo posto ma è evidente che ha fallito, ha vinto Berlusconi e tutto il vecchio che protegge. Ci sono i populisti, una massa di destri e di sinistri con sicuramente 2 punti in comune, questi populisti, ora massa unica, non sono ancora coscienti che stanno realizzando un nuovo 68, come rivoluzione di società. Quando riusciranno a governare loro, questa massa, che in questo periodo lotta per sbalzare il vecchio e non riesce ad arrivare al potere, si dividerà naturalmente in pensiero di destra e pensiero di sinistra. I due punti in comune che io vedo sono: IMMIGRAZIONE non voluta ne necessaria e il giovane che finisce la scuola superiore, lavora e deve ricevere un compenso che gli consenta di mantenere i 4 figli che vuole avere, la casetta e l’auto o altro, come poteva fare il suo bisnonno, dopo la guerra del 1945. Quindi FUSARO sta nell’amalgama giusto e comunque io vedo che scrive anche su Repubblica.

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Sergio Falcone 6 Febbraio 2019 - 12:53

Nei panni di Diego Fusaro, proverei vergogna. Il rossobrunismo e’ come la peste.

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