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La rivincita del Pinguino

by Roberto Johnny Bresso
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Roma, 10 nov – Tra gli innumerevoli antagonisti di Batman un ruolo predominante lo ha sempre avuto il personaggio del Joker. Vuoi perché il cattivo interessato solo al caos per il caos riveste sempre il suo fascino, vuoi perché negli anni ha avuto la fortuna di essere interpretato da attori memorabili come Cesar Romero, Jack Nicholson e Heath Ledger. Quest’ultimo vinse persino l’Oscar postumo per il ruolo (perdonatemi ma invece l’interpretazione di Joaquin Phoenix non mi è piaciuta nemmeno nel primo film dedicato al personaggio). Ma ora, grazie alla miniserie The Penguin, finalmente il Pinguino si è preso la sua rivincita da eterno cattivo numero due, grazie ad un irriconoscibile Colin Farrell. Andiamo per ciò ora a ripercorrere la carriera di questa star del male.

Oswald Chesterfield Cobblepot

Il personaggio del Pinguino, vero nome Oswald Chesterfield Cobblepot, compare per la prima volta nell’universo di Batman nel dicembre 1941. Creato da Bill Finger e disegnato da Bob Kane. A differenza degli altri antagonisti dell’Uomo pipistrello il Pinguino non è per nulla uno psicopatico. Anzi è un uomo dotato di profonda intelligenza (Batman stesso ammette di essere a lui inferiore per intelletto) ed astuzia. Doti che usa per scalare le gerarchie della malavita di Gotham City. Proprio per il fatto di non essere uno psicopatico, le alleanze con, per esempio Joker o Catwoman, sono estemporanee e di breve durata.

Innanzi tutto odia essere chiamato con il suo nome d’arte. Gli deriva dalla sua zoppia che fa assomigliare la sua andatura a quella, appunto, di un pinguino. E, proprio a causa del suo aspetto fisico, ha sempre voluto scalare le gerarchie sia del mondo criminale che di quello, tra virgolette, istituzionale. Per guadagnarsi quel rispetto e quella rispettabilità che gli sono sempre state negate e che invece rivendica con il suo modo di vestire sempre estremamente elegante.

La sua prima apparizione risale alla serie tv Batman degli anni sessanta, interpretato in maniera superba da Burgess Meredith (che poi conosceremo tutti nel ruolo di Mickey, lo storico allenatore di Rocky Balboa). Mentre al cinema fa il suo esordio nel 1992 in Batman – il ritorno di Tim Burton, interpretato da Danny DeVito. Benché questa interpretazione venne elogiata dalla critica, trasformò radicalmente il Pinguino, che veniva qui dipinto come uno scherzo della natura e come quel sociopatico che invece non era mai stato prima.

La scalata al crimine del Pinguino

Da allora il personaggio finì in secondo piano, tanto che non venne nemmeno ripreso dall’acclamata trilogia de Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan. Bisogna così attendere il 2022 per il suo ritorno e la sua rivincita: nella pellicola The Batman di Matt Reeves è l’antagonista secondario dell’eroe. Colin Farrell dà vita ad un astuto personaggio che altri non è che il luogotenente del boss mafioso Carmine Falcone. Sottovalutato anche dai suoi stessi alleati, che in fondo lo disprezzano a causa del suo aspetto fisico e delle sue umili origini, inizierà quella scalata al crimine che lo vede protagonista nella miniserie di otto puntate The Penguin.

Ambientata una settimana dopo gli avvenimenti del film e senza la presenza di Batman, si sottrae del tutto al genere cinecomic per portarci quasi dalle parti di Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese. Oz, come ama essere chiamato, si mette in mezzo tra i Falcone e i Maroni, come Arlecchino ne Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni (o, se preferite, Joe ne In un pugno di dollari di Sergio Leone), fingendo di essere fedele ora agli uni e ora agli altri. Quando invece non è altro che fedele solamente a se stesso.

Un calcolatore spietato e amorale

Calcolatore, spietato e amorale (se si esclude l’amore per la mamma e una sorta di affetto nei confronti dell’adolescente Vic, che ne diventa autista e tuttofare). Odia quella città oscura che inghiotte tutto e tutti. Amandone invece i sotterranei nei quali tesse le sue fila. Vuole arrivare al vertice di Gotham City non per i soldi e in fondo nemmeno per il potere. Oz reclama ed anela quel rispetto. Sia che esso provenga dalla criminalità sia dalla cosiddetta società perbene, che gli è sempre stato negato, a partire da quell’appellativo di Pinguino che gli viene sputato in faccia come un insulto. Assistiamo quindi ad otto puntate estremamente potenti. E, a volte, disturbanti: ci regalano un personaggio indimenticabile, la cui storia proseguirà nel 2026 in The Batman – Parte II. Bentornato Pinguino, sentivamo la tua mancanza.

Roberto Johnny Bresso

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