Roma, 9 mar – Mercato Saraceno è un piccolo comune nel cuore della Romagna. Primo Appennino, lungo la valle del Savio. Siamo tra la ben più famosa Sarsina – terra del commediografo romano Plauto – e l’ultima periferia della vicina Cesena. A pochi chilometri dal centro storico, giusto una manciata di tornanti, troviamo la minuscola frazione di Paderno. Qui, sulla sponda destra del fiume di dantesca memoria – ventisettesimo canto dell’Inferno – ricavò il proprio studio privato Arnaldo Mussolini, fratello minore del Duce.
Il fratello del Duce
Un pezzettino di storia italiana: nel 1220 Federico II – imperatore del Sacro Romano Impero – concede Castrum Paderni alla Chiesa. Qualche decennio più tardi la famiglia ghibellina degli Ordelaffi ne fortifica la rocca. In questa località troviamo Villa Bondanini: oggi segnata dallo scorrere degli eventi, un tempo risplendeva. Facendo incontrare il razionalismo con l’Art Déco. Nei primi anni del secolo scorso appartiene quindi a una ricca famiglia locale: il 14 aprile 1909 la signorina Augusta sposa, appunto, Arnaldo Mussolini.
Giornalista e politico, proprio come il fratello – ma dal carattere opposto – condivideva sangue, lavoro e passioni insieme a Benito. Dalla Romagna al Friuli, quindi al fronte (prima guerra mondiale) e poi a Milano. Per tornare non così distante dalla natìa Dovia di Predappio: è la moglie a spingere per riabbracciare la “sua” Paderno. Poco lontano c’è anche il cimitero dove riposano i due coniugi insieme al figlio Sandro Italico. Al giovane ventenne, prematuramente scomparso per colpa di una leucemia, venne dedicata la Scuola di mistica fascista.
Lo studio di Arnaldo Mussolini
Così, decisamente nelle corde del personaggio – mite e riservato – lontano dalla frenesia della città, nasce lo studio privato di Arnaldo Mussolini. La cui biblioteca e il relativo archivio sono stati dichiarati di interesse storico nazionale e tutelati dallo Stato attraverso la Soprintendenza dei beni archivistici e librari della regione Emilia-Romagna.
Come riporta “Il Giornale”, nei locali è ancora conservato il telefono grazie al quale si consultava e confrontava con il fratello maggiore. E poi i libri, le copie de “Il Popolo d’Italia”. L’importante patrimonio, però, avrebbe bisogno di manutenzione e restauro. I locali appartengono a una famiglia privata, condizione che non facilita il reperimento di fondi per le operazioni che sarebbero necessarie.
L’appello del sindaco
A lanciare l’allarme – un po’ sorprendentemente, vista la fazione politica – è il sindaco di Mercato Saraceno. Monica Rossi, eletta per il terzo mandato consecutivo in una lista civica di centro-sinistra, riconosce il valore culturale della villa. E di quanto contenuto al suo interno: “Durante l’ultima giornata del Fai oltre mille persone sono venute a visitare lo studio di Arnaldo Mussolini”.
Pur prendendo le distanze dall’esperienza politica dell’epoca (“Non voglio cadere in alcuna ambiguità”) il primo cittadino mercatese precisa che la storia non può essere cancellata. Un messaggio non di poco: prenda appunti tutta la sinistra. Ma soprattutto lo faccia certa destra che sempre più spesso vorrebbe liberarsi con un colpo di spugna del proprio passato.
Marco Battistini