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Il doppiopesismo di Open: 43 articoli sull’assassinio di Willy, solo 3 su Don Malgesini

by Francesca Totolo
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open willy don malgesini

Roma, 18 set – Abbiamo letto tutti degli appelli della sinistra e della Caritas riguardanti la non strumentalizzazione dell’efferato omicidio di don Roberto Malgesini, ucciso a Como da un immigrato irregolare tunisino, senza fissa dimora e già raggiunto da diversi decreti di espulsione. E la testata Open, fondata da Enrico Mentana, ha risposto positivamente agli appelli: solo 3 articoli dedicati alla brutale uccisione del “prete degli ultimi”, uno dei quali solo per redarguire un giornalista del Tg2 che non aveva rispettato i diktat della neolingua globalista. Tutto ciò suona profondamente stridulo se paragonato allo spazio riservato all’omicidio e agli assassini del povero Willy Monteiro: Open ha pubblicato ben 43 articoli sui fatti di Colleferro, analizzando la vicenda da ogni angolo umanamente possibile ed evidenziando pure “Fascismo, razzismo, violenza cieca” dei quattro assassini nel pezzo firmato da Angela Gennaro, già crocerista de Il Fatto Quotidiano a bordo della nave umanitaria Aquarius di SOS Mediterranee, sebbene il movente razziale fosse ormai stato escluso dagli inquirenti.

Open: nessun articolo su Filippo Limini

Il doppiopesismo sembrerebbe essere la linea editoriale di Open: da un lato si cerca di oscurare e/o di minimizzare i crimini efferati commessi dagli immigrati, dall’altro si dedica ampio spazio ai reati degli italiani commessi contro gli stranieri. In un parcheggio di Bastia Umbra, il 15 agosto scorso, nemmeno un mese prima dell’omicidio di Willy Monteiro, il 24enne Filippo Limini è stato barbaramente ucciso, durante una rissa, da tre albanesi che, non appagati dalle botte, lo hanno investito in auto, lasciandolo esanime sull’asfalto. Quanti articoli avranno pubblicato i giornalisti di Open? Zero, benché le modalità dell’omicidio fossero completamente analoghe a quelle del ragazzo di origini capoverdiane. Degli assassini di Filippo, non si sa praticamente nulla, solo che sono albanesi, grazie agli articoli pubblicati sui giornali locali. Percepivano il reddito di cittadinanza? Frequentavano sport da combattimento? Intimidivano i ragazzi del paese? Quanti articoli di Open su Stefano Leo, il 33enne ucciso a Torino perché “era troppo felice” da una coltellata alla gola sferrata dal marocchino pregiudicato Said Mechaquat nel febbraio del 2019? A Stefano è stato trattato un pochino più umanamente da Open, che gli ha dedicato 6 articoli, di cui però uno in cui si smentisce l’origine nordafricana dell’assassino prima dell’arresto di Mechaquat, firmato dal debunker David Puente. La povera Desirée Mariottini è stata uccisa a Roma da un branco di immigrati irregolari nell’ottobre del 2018, e Open è stato inaugurato dal direttore Mentana due mesi dopo. Dei cinque articoli pubblicati da Open sugli sviluppi della vicenda, uno è stato riservato all’arresto del padre di Desirée, seguito ad un blitz antidroga dell’aprile del 2020, e un altro all’arresto di uomo per un aggressione razzista che aveva “accolto Salvini per l’omaggio a Desirée Mariottini”. L’omicidio di Pamela Mastropietro rappresenta il capolavoro della doppia linea di Open: solo un articolo sugli sviluppi processuali dell’assassinio della diciottenne, che hanno visto alla sbarra il pusher nigeriano Innocent Oseghale, e ben 4 articoli su Luca Traini, che sparò ad un gruppo di immigrati a Macerata qualche giorno dopo il ritrovamento del corpo martoriato e rinchiuso in due valigie di Pamela.

L’aggressione di Vicenza

Il 14 settembre nel Mercato Nuovo di Vicenza un uomo di 73 anni è stato violentemente aggredito da un 25enne di origine ungheresi, senza fissa dimora e con numerosi precedenti. La vittima, Vittorio Cingano, aveva cercato di difendere la fidanzata del pregiudicato dal pestaggio. Per fortuna, diciamo così, il signor Cingano se l’è cavata con 45 giorni di prognosi e un femore rotto. Articoli di Open in merito alla vicenda? Zero, o almeno questo è quello che dicono le cache di Google. Sì, perché secondo alcuni avventori di Facebook, un articolo sull’aggressione sarebbe stato pubblicato da Open, e tempestivamente cancellato dal sito in seguito alla diffusione delle generalità del picchiatore. Purtroppo, non si può documentare con certezza quanto sia avvenuto perché se l’articolo fosse veramente stato pubblicato da Open e cancellato dopo poco tempo, lo spider di Google (meccanismo di scansionamento del web) non avrebbe avuto il tempo necessario per indicizzare il link. Infatti, lo spider impiega circa 24 ore per fare una fresh-crawl, ovvero per mostrare un articolo sulle sue pagine di ricerca. Per questo motivo, abbiamo chiesto spiegazioni ai diretti interessati, il fondatore Enrico Mentana e il fido David Puente, che per ora tacciano sulla strana vicenda. Quello che è sicuro, al momento, è che alla redazione di Open poco importa di un signore 73enne pestato in mezzo alla strada, sebbene sia molto interessata quando la vittima è uno straniero o un nuovo italiano.

Francesca Totolo

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