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Vino, anelli e Gorgoni: ecco le ultime scoperte romane in Europa

by Andrea Bonazza
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Roma, 19 apr – Le tracce lasciate dei nostri avi ci riportano costantemente alla riscoperta di tempi lontani, a volte cupi, ma a spesso aurei e in grado di far emozionare ancora oggi nazioni oramai sull’orlo del baratro etico e sociale. E’ soprattutto il caso di noi italiani e dei nostri antichi antenati Romani. Conquistando gran parte del mondo allora conosciuto, i nostri padri hanno lasciato nelle strade d’Europa, da loro stessi lastricate, reperti e simboli di un passato che non possiamo altro che guardare con ammirazione e anche un pò di nostalgia per ciò che eravamo.

Anello di Apollo trovato in Inghilterra

Armato di un metal detector, un ricercatore inglese ha trovato un anello d’argento romano in un campo vicino alla città di Chelmsford. L’anello, databile tra il 125 e il 175 d.C., in piena età imperiale, reca una corniola intarsiata, pietra scolpita con l’immagine del dio Apollo. L’antico anello sarebbe stato usato come sigillo imperiale per firmare importanti documenti. “Apollo, essendo il dio della guarigione e della profezia, si spera avrebbe protetto chi lo indossava da danni o malattie”, ha dichiarato l’archeologo britannico Lori Rogerson. I ricercatori, inoltre, ritengono che la pietra preziosa sia stata prodotta dallo stesso antico laboratorio di gioielleria che ha realizzato i 110 intagli del tesoro di Snettisham, scoperto a Norfolk nel 1985.

Tracce romane in Cornovaglia

Rimaniamo sempre in Inghilterra per riportare altre scoperte che legano l’isola europea alla nostra eterna capitale. Il team di archeologi che hanno scavato nel sito di un nuovo complesso residenziale nella città di Newquay, in Cornovaglia, hanno riportato alla luce tre case rotonde dell’età del bronzo e un insediamento agricolo di epoca romana. La scoperta è avvenuta non lontano dal punto in cui il fiume Gannel incontra l’Oceano Atlantico. Sean Taylor, dell’unità archeologica della Cornovaglia, osserva che trovare case dell’età del bronzo raggruppate insieme è insolito per l’area e che, una struttura ovale risalente al periodo romano scoperta nel sito, è un tipo di edificio finora unico in Cornovaglia. “Sembra che questa parte di Newquay fosse un’area molto importante e densamente popolata dal Neolitico (4000 a.C.) in poi – dichiara Taylor -. L’estuario ha senza dubbio costituito un importante collegamento con il mondo esterno durante tutta la preistoria”.

Instambul

Spostiamoci adesso a Oriente, in quella Turchia da sempre contesa tra Europa e Asia, così come tra Cristianesimo e Islam. I ricercatori del Dipartimento dei Beni Culturali del Comune di Istanbul, hanno scoperto un tunnel risalente a 1.500 anni fa, mentre esploravano i resti della chiesa bizantina di San Polyeuktos, costruita tra il 524 e il 527 d.C.. L’edificio religioso romano rimase in piedi fino all’XI secolo circa. Il passaggio era rivestito di marmo e decorato con ammirevoli rilievi. Durante i recenti scavi, inoltre, è stato scoperto anche un antico tesoro con una statua romana di 1.900 anni, svariate monete di bronzo, mattoni stampati, frammenti di marmo, ceramiche, lucerne e manufatti in vetro e metallo.

La testa di Medusa nella villa dei gladiatori

Torniamo adesso però in Italia, terra ricchissima di storia e di antichi tesori, che del periodo romano ha fatto le sue più grandi ricchezze e la sua più imbattibile forza. Un team di ricercatori guidati da Timothy Renner e Deborah Chatr Aryamontri, della Montclair State University, ha rinvenuto due preziosi mosaici romani, raffiguranti le mitiche Gorgoni, all’interno di nicchie ricavate in una stanza circolare nella Villa degli Antonini, a Genzano di Roma, tra la via Appia e Lanuvio. La villa fu utilizzata dai membri della dinastia Antonina dell’Impero Romano, che regnò dal 138 al 193 d.C.. L’imperatore Commodo, detestato dal pubblico anche per il celebre film: Il Gladiatore e che regnò dal 177 al 192 d.C., all’interno dell’area dove è sita la villa potrebbe aver avuto addirittura un anfiteatro adibito proprio alle esercitazioni dei gladiatori. Purtroppo il sito è stato pesantemente danneggiato da saccheggi, discariche e guerre, succedutesi nei secoli. La stanza in cui sono stati rinvenuti i mosaici misura circa 20 metri di diametro e si pensa sia situata in una zona residenziale della villa. Entrambi i mosaici sono stati datati al II secolo d.C. e mostrano l’inconfondibile testa di Medusa, la figura mitologica greca i cui capelli erano fatti di serpenti. Nessun mosaico è stato trovato nelle altre due nicchie della stanza. La camera potrebbe essere stata utilizzata come sala di ricevimento, anche se Chatr Aryamontri e Renner non sono sicuri che in realtà avesse un tetto.

Le fontane sgorganti vino sulla Via Appia

Rimaniamo a Roma, sempre sulla via Appia Antica, e proseguiamo la ricerca tra le antiche proprietà del tanto discusso imperatore Commodo. Se nel paragrafo precedente vi abbiamo riportato dell’anfiteatro adibito alle esercitazioni dei gladiatori, adesso scopriamo però altre stravaganti eccentricità appartenenti all’identità di Commodo. La prova di una bizzarra cantina di corte è stata scoperta presso la Villa dei Quintilii; complesso del II secolo d.C. che comprende un teatro, uno stabilimento balneare rivestito in marmo e una pista per le corse dei carri, installata dall’imperatore Commodo durante il suo regno dal 177 al 192 d.C.. La strana cantina, però, fu costruita da un successivo imperatore che, per le stranezze in essa contenute, potremo paragonare ad una sorta di antico Willy Wonka e alla sua Fabbrica di Cioccolato. L’archeologo Emlyn Dodd, della British School at Rome, ha affermato che nel sito vi sarebbero state fontane sgorganti vino visibili dalle limitrofe sale da pranzo coperte, disposte su tre lati del cortile. Durante i banchetti, i commensali avrebbero anche potuto vedere gli schiavi calpestare l’uva per il mosto, su aree ricoperte di marmo.

Ricerchiamo la nostra identità

Anche oggi, grazie alle preziose ricerche degli archeologi, in tutta Europa siamo riusciti a riportare in luce ricche testimonianze del nostro passato per comprendere meglio la vita dei nostri antenati. Dal nord al sud dell’Europa i nostri padri Romani hanno lasciato preziosi indizi su come ricongiungerci a usi e costumi che in qualche maniera hanno contribuito a formare ciò che siamo oggi. L’importanza di coglierne gli aspetti più profondi e saggi, adesso, sta però a noi; italiani del Terzo millennio sempre più distratti dalla vita caotica del mondo moderno. Fermarci ogni tanto a riflettere sulla nostra identità, dinnanzi alle antiche rovine dei nostri avi e magari pure con un calice di vino della via Appia in mano, forse non sarebbe poi una così grande perdita di tempo, anzi.

Andrea Bonazza

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