Qui la prima parte – Agenzia delle Entrate: nuovo corso ma vecchi vizi?
Roma, 25 nov – La situazione organizzativa in Agenzia delle Entrate, nonostante siano passati più di otto mesi dalla ben nota sentenza della Corte Costituzionale, continua ad essere a dir poco nebulosa ed agitata e, come già osservato ad agosto, non sembra che sia stato realmente intrapreso un nuovo corso come invece dichiarato da più parti negli ultimi tempi.
La prima dimostrazione si è avuta con le cosiddette “Linee guida per il conferimento delle deleghe di funzioni”, ossia l’assegnazione delle Posizioni organizzative temporanee (POT), previste dal dl 78 del 2015, che dovrebbero andare a coprire i buchi negli uffici a carattere dirigenziale in attesa dei vincitori del concorso. Il problema è che di quest’ultimo concorso non si ha più notizia e, nel frattempo, ciò che ha creato forte malumore all’interno dell’Agenzia delle Entrate sono proprio le modalità di assegnazione di Posizioni organizzative così importanti: una selezione dei candidati sulla sola base dei curriculum alla quale seguirà, solo per i selezionati, un colloquio di approfondimento delle motivazioni e delle caratteristiche attitudinali. Insomma, una selezione che, a differenza di quella per l’assegnazione delle Posizioni organizzative speciali tuttora in corso, non ha previsto alcuna prova scritta pre-selettiva almeno formalmente oggettiva e che sembra lasciare amplissimi margini di discrezionalità nei valutatori.
A ciò si aggiunga che nella lista degli uffici che verranno diretti da funzionari destinatari di POT non ci sono gli Uffici Grandi Contribuenti delle Direzioni Regionali. Infatti è stato deciso di assegnare a tali uffici dieci funzionari, scelti senza alcuna selezione pubblica, destinatari di altrettanti contratti “da esterni” ex art. 19, comma 6 del D. Lgs. 165/2001. Contratti che, è solo il caso di ricordare, dovrebbero essere conferiti “a persone di particolare e comprovata qualificazione professionale, non rinvenibile nei ruoli dell’Amministrazione” e che invece verranno assegnati ad altrettanti dipendenti della stessa amministrazione che andranno a porsi in aspettativa ma che in quanto tali sono ancora inseriti nel ruolo del personale dell’Agenzia delle Entrate.
Ma questo aspetto della questione evidentemente non viene assolutamente considerato rilevante dalla stessa Agenzia delle Entrate che invece, in merito ad una situazione analoga relativa al direttore centrale aggiunto della Direzione Centrale Accertamento, Emiliana Bandettini, nella risposta ad interrogazione parlamentare a risposta immediata in commissione – la n. 5/06877 – ha citato un delibera della Corte dei Conti, la n. 36 del 30 dicembre 2014, in cui si parla di “ruoli dirigenziali” e non di ruoli tout court. Il che potrebbe anche essere giusto da un punto di vista formale, ma ciò che hanno fatto notare numerosi giuristi e anche alcune sigle sindacali del settore, è che se l’Agenzia delle Entrate avesse bandito e concluso correttamente uno o più concorsi nel corso della propria quindicennale esistenza non ci sarebbe stato bisogno di utilizzare uno strumento, come l’incarico esterno a favore di dipendenti interni, che si pone in netto contrasto proprio con la sentenza n. 37 della Corte Costituzionale. In questo modo invece, fanno sempre notare i giuristi, si sta perpetuando sotto altra veste giuridica proprio la pratica che la Corte aveva inteso stoppare con la propria pronuncia.
Nel frattempo, sul fronte del concorso tutto tace. Secondo alcune fonti interne della direzione centrale del personale si starebbe sempre più valutando l’ipotesi di rispolverare una vecchia procedura per titoli e colloquio – quindi senza prove scritte – bandita nel 2010, per 175 dirigenti il cui bando è stato reso monco da una recente sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato illegittima la parte in cui veniva riconosciuto punteggio aggiuntivo a coloro che avevano ricoperto un incarico dirigenziale di quelli dichiarati illegittimi dalla Consulta a marzo di quest’anno. Ma intanto la scadenza del 31 dicembre 2016 per l’espletamento del concorso previsto dal D.L. 78 del 2015 si avvicina e, per adesso, il concorso non è stato neppure bandito.
Walter Parisi
1 commento
E cosa c’è da commentare ? POS, POT, concorsi finti… tutto preordinato ad assegnare le cariche con totale discrezionalità ai camerieri di turno… tra i quali, è vero, ci sono molte persone valide e validissime (che magari un concorso regolare lo vincerebbero), ma la realtà è che a qualcuno interessa avere e mantenere il controllo sui controllori.