Roma, 9 ago – Appena alcuni giorni fa avevamo dato notizia della creazione in Agenzia delle Entrate di 200 nuove posizioni organizzative speciali che avrebbero sostituito altrettanti incarichi dirigenziali. Ebbene, appena due giorni dopo la disposizione della direttrice Rossella Orlandi con la quale venivano create queste nuove Pos in attuazione della spendig review del 2012, è uscita venerdì pomeriggio una disposizione sempre dell’Orlandi con la quale viene bandita una “procedura selettiva d’interpello per il conferimento di posizioni organizzative di livello non dirigenziale”.
Fino a qui parrebbe tutto nella norma, anzi, colpisce la celerità con cui in pieno agosto l’Agenzia ha provveduto a bandire una selezione per la copertura di circa 200 uffici. Il problema sorge quando, nella lettura del punto 8 di tale bando, ci si imbatte in una frase che lascia perplessi: “L’atto di conferimento ha natura di determinazione unilaterale assunta dall’amministrazione con la capacità e i poteri del privato datore di lavoro ai sensi dell’art. 5, comma 2, del decreto legislativo n. 165/2001. L’attribuzione degli incarichi non costituisce un provvedimento amministrativo e non ricade quindi nell’ambito applicativo delle disposizioni contenute nella legge n 241/1990, fermo restando che la motivazione degli atti di conferimento delle posizioni organizzative rileva ai fini della verifica del rispetto dei canoni di correttezza e buona fede nella selezione degli incaricati”. Sostanzialmente viene detto che il conferimento delle Pos non è un atto amministrativo e quindi non sarebbe sottoposto alla legge 241/1990 più comunemente nota come “legge sul procedimento amministrativo” che regola non solo la procedura di formazione dell’atto amministrativo ma anche, e soprattutto, il diritto di accesso agli atti da parte di tutti coloro che fossero interessati al procedimento stesso. Insomma, l’Agenzia sostiene che l’assegnazione delle posizioni sarebbe discrezionale, sottoposta solo a non meglio specificati principi di correttezza e buona fede, e quindi assolutamente non subordinata a criteri determinati ed oggettivi. In parole povere l’Agenzia delle Entrate pare mettere le mani avanti affermando la natura meramente fiduciaria della procedura e rivendicando il diritto di scegliere i funzionari nel modo che ritiene migliore, senza dover stabilire regole a priori e senza dover dare successive spiegazioni impedendo anche l’accesso agli atti dell’intero procedimento.
Un atteggiamento, questo, che ha già scatenato non solo le proteste dei dipendenti ma anche di molti giuristi fosse solo per la frase “L’attribuzione degli incarichi non costituisce un provvedimento amministrativo” che lascia interdetti in quanto l’assegnazione delle Pos costituisce invece un vero e proprio procedimento che andrebbe a concludersi con la delega di funzioni pubbliche ad un funzionario dell’ente in questione. Una delega che, peraltro, garantisce all’assegnatario un’indennità annuale che va da un minimo di 23.000 ad un massimo di 31.000 euro lordi annui che si assommano allo stipendio da funzionari. E’ evidente, quindi, che l’intera procedura dovrebbe ricadere nell’ambito della legge 241/1990. Ma oltre che da un punto di vista strettamente giuridico le proteste dei dipendenti scaturiscono anche dal timore che questo mettere le mani avanti da parte dell’ente guidato da Rossella Orlandi preluda, nella sostanza, ad una sanatoria dei vecchi dirigenti decaduti con la sentenza n. 37 del 2015 della Consulta.
Come prevedibile la soluzione al problema degli ex dirigenti incaricati e la riorganizzazione complessiva dell’Agenzia delle Entrate presenta ancora molti lati oscuri e parecchi dubbi. Non ultimo quello di come sia possibile delegare all’attuale dirigenza di vertice dell’Agenzia, che in modo diretto o indiretto ha contribuito a provocare la grave situazione in cui l’ente è venuto a piombare 5 mesi fa, la guida di una ristrutturazione complessiva che dovrebbe tenere conto in primo luogo dei principi stabiliti dalla Corte Costituzionale. Dirigenza che, invece, alla prima occasione sembra essere ricaduta nei vecchi vizi.
Walter Parisi
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2 comments
E’ ben vero che la macchina buracratica, probabilmente prendendo spunto da quella politica, ci ha ormai abituato agli sproloqui giuridici, ma questo provvedimento supera abbondantemente ogni possibile fantasia!!!
La autodichiarata esclusione della natura di atto amministrativo in un provvedimento di organizzazione di un pubblico ente, a parte la palese anticipata individuazione dei beneficiari delle POS (mancano solo gli elenchi dei nomi!!!), è già sufficiente per motivare una impugnazione dinanzi al TAR Lazio!!!
Se poi si aggiunge la preclusione all’accesso agli atti … siamo al limite del penale!!!
http://www.mininterno.net/fmess.asp?idt=20360&nor=0&pag=293
Siamo un gruppo di funzionari dell’agenzia delle entrate appartenenti a vari uffici sia centrali che periferici, quasi tutti della terza area (ma alcuni di noi fanno parte anche dei c.d. ‘retrocessi’ in seconda), coordinati autonomamente senza ‘filtri’ impropri, sindacali o politici.
Informiamo tutti i colleghi dell’agenzia e, in generale, del pubblico impiego che abbiamo dato mandato a un legale di nostra fiducia e operativo a nostre spese di presentare stamane presso la procura della Repubblica di Roma una querela nei confronti del direttore dell’agenzia, Rossella Orlandi, per la violazione dell’art. 323 del codice penale (abuso d’atto di ufficio) commessa nel bando per l’attribuzione delle c.d. ‘Posizioni Organizzative Speciali’ recentemente emanato. Contestiamo, in particolare, l’esclusione dell’assoggettabilita’ della procedura alle disposizioni della Legge 241/90 di cui all’art.8 del bando e il palese contrasto del nuovo inquadramento che si va a conferire a 189 funzionari con le disposizioni della sentenza n. 37/2015 della Corte costituzionale che ha ribadito che le progressioni economiche e di inquadramento possono essere conseguite solo tramite concorso pubblico. Il nostro legale sta inoltre inviando a tutti i direttori regionali una diffida volta a scongiurare l’avvio locale della procedura, che se non verrà rispettata comporterà l’estensione della querela agli stessi direttori regionali. Informiamo inoltre che i colleghi funzionari che dovessero eventualmente essere illegittimamente inquadrato nel nuovo regime giuridico verranno citati innanzi alla Corte dei conti per fanno erariale e chiamato pertanto a restituire gli aumenti stipendiati illegittimamente percepiti.
Consci dell’effetto dirompente che avrà la nostra iniziativa, desideriamo informare che siamo giunti a questo passo solo dopo 15 anni di soprusi e irregolarità commessi ai nostri danni dai vertici dell’agenzia e dalla protervia con cui gli stessi hanno continuato a operare nella più palese illegalita’ in questi 5 mesi seguenti la sopra citata sentenza della Corte costituzionale, che ha completamente sconfessato il loro operato, e questo al solo scopo di mantenere privilegi irregolari a un manipolo di ‘colleghi’, che numericamente rappresentano meno del 5% dell’agenzia e che in questi anni si sono distinti solo per la loro arroganza anziché per la loro professionalità, mai dimostrata in nessuna occasione e in nessun ufficio.
Facciamo notare ai colleghi come, dopo 70 anni di continuamente sbandierate ‘conquiste sindacali’ un gruppo di lavoratori di una delle più importanti istituzioni pubbliche del paese si è visto costretto ad adire le vie legali a proprie spese per tutelare la legalità nello stesso ente e per far valere i diritti non solo propri ma di tutti i 40.000 colleghi, stante l’assoluta connivenza dimostrata a tutti i livelli dalle organizzazioni sindacali, in particolare l’associazione a delinquere CGIL-CISL-UIL-SALFI-UNADIS, che in questi anni ha agito solo ed esclusivamente per garantirsi le ‘fette di torta’ più consistenti al banchetto dei c.d. ‘interpelli’ utilizzando i contributi mensili di tutti per tutelare gli interessi di pochi…
Il nostro legale invierà inoltre una diffida allo stesso direttore dell’agenzia finalizzato ad evitare l’emanazione del bando delle c.d. ‘posizioni organizzative temporanee’ in carenza dell’emanazione del bando di concorso per dirigenti come previsto dal D.L. ‘enti locali’ recentemente approvato dal parlamento. Se tale diffida non verrà rispettata di procederà a nuova querela.
Invitiamo tutti i colleghi che hanno a cuore la trasparenza e la legalità dell’Agenzia (e siamo sicuri sono la grande maggioranza) ad appoggiare MORALMENTE (a differenza di altri non chiediamo nulla…) la nostra iniziativa e a boicottare l’operato di quei pochissimi ‘papaveri’ designati illegalmente dall’agenzia quali ‘responsabili’ del nostro lavoro anche, se necessario, evitando di partecipare agli accertamenti e alle altre procedure, facendoli pertanto restare autenticamente ‘SOLI’ , come SOLI lo siamo stati e lo siamo noi funzionari dell’agenzia autenticamente rispettosi della legalità dal management dell’agenzia che in questi anni è sembrato più simile a un clan malavitoso che a un’istitituzione di cui lo Stato e i suoi cittadini dovrebbero invece andare fieri, se non altro perché gestisce le risorse destinate ad alimentare i servizi necessari all’intera comunità.
Un caro saluto