Home » Gli artigiani italiani sono i veri dimenticati della crisi in corso

Gli artigiani italiani sono i veri dimenticati della crisi in corso

by Chiara del Fiacco
0 commento
artigiani

Mentre il governo approva delle misure sanitarie ancora più coercitive, rendendo di fatto il vaccino obbligatorio – più o meno surrettiziamente – per un numero sempre maggiore di italiani, passa nel silenzio più assordante l’incredibile rincaro di gas ed elettricità. Da gennaio, infatti, l’aumento della bolletta dell’elettricità per le famiglie sarà del 55%, mentre quella del gas del 41,8%. Secondo i calcoli disponibili, parliamo di aumenti nel primo trimestre del 2022 pari a circa 823 euro (+68% per l’energia elettrica) e di circa 1.560 euro (+64% per il gas).

Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di febbraio 2022

Artigiani snobbati

Quello di cui nessuno parla su internet e sui media mainstream, invece, sono le ripercussioni di tali aumenti – sicuramente tragici per i nuclei familiari – sul settore produttivo del Paese, in particolar modo sull’ultima parte creativa e inventiva del genio italico: l’artigianato e la manifattura. In poche parole, il made in Italy. In realtà, qualche mese fa, la Confartigianato aveva provato ad alzare la voce, sottolineando come gli aumenti del costo di materie prime ed energia avrebbero messo il classico chiodo sulla bara alla ripresa economica, per un settore già vessato dalla concorrenza (sleale) di Paesi come Cina, India, Bangladesh – dove le materie prime sono disponibili in loco – e messo in ginocchio dai lockdown e dalla dittatura della pandemia perenne. Ma – sorpresa – a nessuno è fregato nulla.

Custodi di un sapere antico

Se nella nota dell’associazione di categoria sono citati settori come la ristorazione, il settore edile e le strutture di ricezione alberghiera, non si fa nemmeno un accenno al mondo artigianale: una dimenticanza o una mancanza voluta? Certo, un forno che produce pane, dolci, pizza, cornetti, ha sicuramente dei costi energetici molto alti, ma pensiamo – solo per fare un esempio – agli universalmente rinomati vetri di Murano, o alle ceramiche di Orvieto (dove la produzione di ceramiche inizia già al tempo degli Etruschi), per non parlare della lavorazione del ferro o del marmo (altro settore in cui l’Italia è leader nel mondo). Abbiamo un’idea di quanto siano alti i costi per la fabbricazione di queste vere e proprie eccellenze italiane? Che cosa succederà quando la spesa per la produzione supererà fatalmente gli incassi? Siamo già letteralmente invasi da prodotti industriali che provengono dall’altra parte del mondo, a impatto ecologico altissimo (e la tanto amata problematica green di Greta?), con una durata di funzionamento minima (per citare Peste Noire, «quando vivevamo senza questa merda, queste cineserie che si rompono in continuazione»). Prodotti anonimi, sostituibili e replicabili all’infinito, fabbricati da schiavi del Terzo Mondo e rivenduti agli schiavi del Primo. Fast fashion, materiali acrilici e nocivi, appiccicati ai nostri…

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati