




Tonfo per le borse asiatiche, sulla scia della decima contrazione consecutiva mensile dell’indice manifatturiero cinese. A Pechino sono entrati in vigore i “circuit brakers” che prevedono la chiusura delle contrattazioni quando i titoli superano la soglia di ribasso del 7%. Shenzhen ha chiuso in negativo dell’8,22%, Shanghai del 6,86%, Tokyo del 3,06%, Seul del 2,17%. Hong Kong, sul finale di seduta, cede il 2,5%. Le difficoltà si allargano anche alle piazze europee: Francoforte cede il 3,75%, Parigi il 2,75%, Londra il 2%. In negativo anche Milano, -2,56% nel Ftse Mib e -2,45% nel Ftse All Share, dove a mezz’ora dal via calano Telecom (-3%), Enel (-1,85%) ed Eni (-1,7%). Oltre alle chiusure asiatiche pesano anche le tensioni tra Iran e Arabia Saudita che si ripercuotono sul prezzo del greggio: in rialzo a 38,22 dollari il barile Wti e a 38,50 dollari il Brent. Sale anche l’oro in Asia +0,5%, stabile lo spread fra Btp e Bund a 97,5 punti.
Armando Haller