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Ferrari già in calo a Piazza Affari, crollano le borse asiatiche

by Armando Haller
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Ferrari Formula One driver Kimi Raikkonen of Finland leaves the pit during the first free practice session at the Monaco F1 Grand Prix May 21, 2015. REUTERS/Max Rossi Picture Supplied by Action ImagesMilano, 4 gen – Il nuovo anno porta la Ferrari a Piazza Affari, ma nelle prime ore di contrattazione i risultati per la casa di Maranello sono al ribasso. Il titolo, già scambiato a Wall Street dallo scorso ottobre dove ha segnato un valore di 48 dollari ad azione (44 euro) nell’ultima seduta, ha aperto stamane a Milano in leggero calo: partito da 43 euro è stato temporaneamente chiuso a 41,75 per pressioni ribassiste. All’apertura delle negoziazioni era presente anche il premier Renzi secondo cui: “In questo momento Borsa Italiana ha avuto risultati straordinari, mettendo a segno nel 2015 il miglior aumento tra le borse occidentali. Credo che la quotazione della Ferrari sia una straordinaria occasione per gli investitori, un momento nel quale l’Italia debba smettere di giocare con gli alibi. L’Italia finalmente c’è in modo molto forte”. L’entrata di Ferrari, scorporata da Fca, nella borsa italiana sarà comunque graduale, tanto che la prima seduta di quotazione regolare, quando sarà possibile iniziare a valutare l’operazione, sarà quella di venerdì prossimo.

Tonfo per le borse asiatiche, sulla scia della decima contrazione consecutiva mensile dell’indice manifatturiero cinese. A Pechino sono entrati in vigore i “circuit brakers” che prevedono la chiusura delle contrattazioni quando i titoli superano la soglia di ribasso del 7%. Shenzhen ha chiuso in negativo dell’8,22%, Shanghai del 6,86%, Tokyo del 3,06%, Seul del 2,17%. Hong Kong, sul finale di seduta, cede il 2,5%. Le difficoltà si allargano anche alle piazze europee: Francoforte cede il 3,75%, Parigi il 2,75%, Londra il 2%. In negativo anche Milano, -2,56% nel Ftse Mib e -2,45% nel Ftse All Share, dove a mezz’ora dal via calano Telecom (-3%), Enel (-1,85%) ed Eni (-1,7%). Oltre alle chiusure asiatiche pesano anche le tensioni tra Iran e Arabia Saudita che si ripercuotono sul prezzo del greggio: in rialzo a 38,22 dollari il barile Wti e a 38,50 dollari il Brent. Sale anche l’oro in Asia +0,5%, stabile lo spread fra Btp e Bund a 97,5 punti.

Armando Haller

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