Roma, 31 lug – A poco più di un anno dal varo del gioiello made in Italy della Costa Firenze, Fincantieri segna un altro successo nella sua storia recente. Con la consegna della MSC Seashore, la nuova ammiraglia della società di armamento italo-svizzera, il gruppo cantieristico conclude infatti i lavori della più grande nave da crociera mai costruita in Italia.
Quasi 340 metri di lunghezza, oltre 170mila tonnellate di stazza lorda. 2270 le cabine, capaci di ospitare fino a 5877 ospiti oltre a 1648 membri dell’equipaggio. Questi i numeri della MSC Seashore, la quarta nave da crociera ultimata da Fincantieri nel 2021. A Monfalcone, principale sito produttivo della società (controllata al 71,6% da Fintecna, finanziaria di Cassa Depositi e Prestiti), è inoltre in via di completamento la “gemella” MSC Seascape. Sarà consegnata nell’inverno 2022.
MSC Seashore: un impegno da 5 miliardi di euro
Impressionanti le cifre in termini di ricadute sull’economia italiana. I lavori della MSC Seashore hanno mobilitato in due anni più di 4mila maestranze, per un valore complessivo pari a circa 5 miliardi di euro. “Inoltre, con la sua entrata in servizio, questa nostra nuova ammiraglia attiverà un importante volano economico e di impiego. Generando un’ulteriore ricaduta economica altrettanto significativa ogni anno” ha commentato Pierfrancesco Vago, direttore esecutivo della divisione crociere del Gruppo MSC. La consegna rappresenta anche un segnale di ottimismo, ha aggiunto, “nella capacità della manifattura e dell’industria italiana”. Notevoli, d’altronde, le previsioni dei futuri investimenti: “Il nostro piano prevede al momento la costruzione di altre cinque unità, in grado di generare un ulteriore beneficio economico complessivo per il Paese di oltre 13 miliardi“.
Di un anno “ancora estremamente impegnativo, a dimostrazione dell’efficacia del nostro sistema produttivo e gestionale” ha parlato Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri. “Tutti questi traguardi, e altri che sono prossimi, sono stati raggiunti con successo e questo non è mai scontato. Per questo motivo considero questa nave il miglior simbolo non solo della ripresa per l’intero settore crocieristico, ma anche della capacità del Gruppo di far leva sulle proprie competenze e sulla propria solidità per preservare appieno il proprio carico di lavoro”.
Filippo Burla