Il precedente record risaliva al 2015, quando con 88 miliardi si era invertito un trend in discesa da alcuni anni. Negli scorsi dodici mesi, con un aumento dell’8%, si é raggiunto il nuovo massimo storico. Il quale rappresenta quasi il 100% in più rispetto al 2008 quando il totale speso sfiorava i 50 miliardi: in meno di due lustri la spesa per il gioco d’azzardo é sostanzialmente raddoppiata. Il 50% delle somme “investite” finisce in slot e videolottery, più di 400mila macchinette che fanno dell’Italia fra i paesi a maggiore diffusione di apparecchi, con numeri superiori addirittura alla patria dei casinò, gli Stati Uniti d’America.
Problema per molti soggetti (e relative famiglie) a rischio, ma anche rodato business che finanzia parimenti governo e criminalità organizzata, le cui mani sono da anni nel settore. Nonostante le promesse, infatti, la moratoria all’autorizzazione di nuovi terminali é continuamente prorogata di finanziaria in finanziaria. Sarà che i proventi per l’erario sono sempre corposi, arrivando a sfiorare i 20 miliardi l’anno. Cifra sensibilmente aumentata con l’aggiustamento all’insù della tassazione in vigore dal primo di gennaio dell’anno scorso. Un aumento che non ha scoraggiato gli habitué del gioco d’azzardo. E che permette a tanti, troppi, di lucrare sulla disperazione.
Filippo Burla
1 commento
Il gioco d’azzardo non era vietato?
Sì, ma quando non era gestito dallo Stato in combutta con la criminalità organizzata!