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Germania: a Colonia la polizia controlla centinaia di nordafricani ma viene accusata di razzismo

by Valerio Benedetti
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Berlino, 2 gen – Esisterà mai un limite al politicamente corretto e all’idiozia che gli è congenita? In Germania, a quanto pare, no. Se per il caso di Maria Landenburger – la ragazza di Friburgo stuprata e assassinata da un immigrato, i cui genitori hanno organizzato ai funerali nientemeno che una colletta per i “profughi” – si poteva ancora parlare di un atto individuale, di un’eccezione insomma, le ultime cronache che ci arrivano da Colonia inchiodano invece i benpensanti tedeschi alle loro responsabilità e riflettono plasticamente la loro pochezza culturale, anzi mentale.

Ma andiamo innanzitutto ai fatti: il 31 dicembre scorso, per evitare che si ripetessero i misfatti dell’anno passato, la città di Colonia ha dispiegato una quantità enorme di agenti e ha monitorato con telecamere ad hoc ogni possibile anfratto del centro storico della città renana. Un’attenzione particolare è stata riservata dalle forze dell’ordine a individui di nazionalità nordafricana, dato che costoro erano stati l’anno scorso i più presenti tra i molestatori e stupratori della notte di San Silvestro. La polizia li definisce in gergo “Nafris”, cioè appunto nordafricani, e ha inserito il termine in un tweet ufficiale «per risparmiare spazio» (così il portavoce della polizia di Colonia).Colonia

Apriti cielo: una pletora di giornalisti, politici e cittadini indignati ha travolto i malcapitati poliziotti, i quali sono stati accusati – manco a dirlo – di “razzismo”, o meglio di “racial profiling”. Le forze dell’ordine si sono difese spiegando che il concetto di “Nafri” rimanda a «persone con un particolare fenotipo», aggiungendo che «com’è l’aspetto di un nordafricano, beh, si sa». Il che è del tutto logico ed evidente, ma non a quanto pare per i gendarmi del politicamente corretto, che forse avrebbero preteso un esame del Dna per ogni fermato o magari che le forze dell’ordine ignorassero deliberatamente una realtà biologica oggettiva. Anche il fatto che tra i 650 nordafricani controllati ne siano stati trovati due che si erano resi protagonisti di molestie sessuali un anno fa, non ha minimamente scalfito l’antirazzismo militante dei prodi giustizieri. Verrebbe da ridere, se non ci fosse da piangere o, magari, da incazzarsi.

Valerio Benedetti

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